Gli utenti di Facebook che si dicono interessati a notizie sul cancro potrebbero essere stati raggiunti da annunci fuorvianti
L'analisi della MIT Technology Review, che ha evidenziato come il social network non filtri adeguatamente questo tipo di contenuto
27/06/2022 di Redazione
Ci sono delle tematiche, a cui si dà una rilevanza pubblica, su cui bisognerebbe essere particolarmente attenti. Una di queste è sicuramente la comunicazione a pazienti oncologici. Per questo motivo, targettizzare gli utenti dei social network in base a questa tipologia di interesse significa esporsi a clamorosi rischi. Uno di questi rischi è stato evidenziato, ad esempio, dalla MIT Technology Review, la rivista bimestrale del Massachusetts Institute of Technology. Sul suo sito, infatti, è comparso un articolo in cui si criticano i prodotti che hanno accesso alle sponsorizzazioni su Facebook e che promettono effetti contro i tumori.
LEGGI ANCHE > Perché Facebook ammette delle sponsorizzazioni di post che parlano di «inversione di gravidanza»?
Sponsorizzazioni su Facebook sui tumori, la revisione della MIT Technology Review
In modo particolare, gli esperti del MIT hanno analizzato alcuni annunci che sono stati pubblicati dal CHIPSA Hospital, in Messico, vicino al confine con gli Stati Uniti, e che sponsorizzano dei prodotti contro i tumori (almeno 20 annunci del genere sono stati analizzati dalla rivista) che non avrebbero alcuna approvazione da parte delle autorità sanitarie relative alla loro efficacia. Un tema che non può essere sottovalutato: annunci di questo genere, a pagamento, sono in grado di raggiungere una vasta fetta di popolazione che, in base ai propri interessi, in base ai contenuti consultati, risultano essere particolarmente sensibili alle notizie legate alla ricerca contro il cancro. Magari, perché pazienti oncologici essi stessi. È chiaro, dunque, che offrire della visibilità – tra l’altro a pagamento – a contenuti dubbi non può essere in alcun modo prudente.
Il MIT ha avvisato Facebook del problema e un portavoce di Meta, Mark Ranneberger, ha risposto che l’azienda si stava adoperando al fine di rimuovere gli annunci fuorvianti. In particolare, alcuni annunci che arrivavano dal CHIPSA Hospital e da una clinica internazionale denominata Verita Life. Tuttavia, stando ai ricercatori e ai giornalisti della MIT Techonlogy Review, un annuncio simile a uno di quelli che è stato rimosso da Facebook, è stato fatto circolare ancora per un periodo di tempo: il testo era identico a un annuncio rimosso, ma l’immagine era diversa. Problemi di moderazione? Una mancata convergenza tra il lavoro dell’intelligenza artificiale e quello dei moderatori umani?
Il tema, come evidenziato dalla ricerca del MIT, si colloca proprio qui, tra ciò che è consentito e ciò che non è consentito dalla moderazione dei social network. Gli annunci non possono essere pubblicati se contengono delle informazioni fuorvianti per la salute delle persone: è scritto nero su bianco nel disciplinare che regola le sponsorizzazioni e che le conforma agli standard della community di Instagram e di Facebook. Tuttavia, spesso, la moderazione riesce ad essere aggirata perché gli annunci possono contenere delle informazioni che, in astratto, non sono sbagliate, ma che lo diventano se applicate a un caso specifico – ad esempio, la cura di tumori. Inevitabili le proteste degli attivisti nella lotta contro il cancro e dei malati stessi, che hanno intrapreso più volte delle azioni per chiedere ai social network di applicare delle norme chiare a questo tipo di contenuto. Non sempre si riesce a filtrare tutto (e lo abbiamo visto anche in passato, con post sponsorizzati che riguardavano – ad esempio – la cosiddetta “inversione di gravidanza”). E allora, in questo chiaroscuro, si generano mostri.