L’attacco hacker agli USA, in realtà, è stato spionaggio

La differenza quando si parla dei due concetti

24/12/2020 di Redazione

La grande fuga di dati che si è registrata negli ultimi quindici giorni e che ha colpito diversi settori strategici della cyber Security statunitense, in realtà, non è stato il frutto di un attacco hacker, ma di un vero e proprio atto di spionaggio. E tra le due cose, sebbene condotte con gli stessi schemi e con gli stessi principi, c’è una totale differenza. Un abisso che viene spiegato dal Guardian che sottolinea come lo spionaggio, in tempi di pace, sia un’attività consentita, mentre invece gli attacchi hacker, per la maggior parte, rappresentano delle intrusioni contrarie alla legge.

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Spionaggio russo e la differenza con un attacco hacker

La differenza tra un attacco hacker e un atto di spionaggio – si spiega – consiste in alcune stringhe di testo che vengono inserite all’interno delle macchine per realizzare, banalizzando molto, l’intrusione all’interno dei database a cui si vuole avere accesso. Praticamente, sostiene il Guardian, il vecchio KGB (la cui sigla attuale è SVR) ha fatto lavorare degli hacker affinché potessero trovare una porta d’accesso al sistema Orion, da cui la violazione è partita.

Questo aspetto deve farci riflettere su due fronti in modo particolare: il primo è che l’hackeraggio, sotto le mentite spoglie dello spionaggio, potrebbe persino essere tollerato; il secondo è che, essendo al centro della falla un’operazione di spionaggio internazionale, non soltanto gli Stati Uniti possono considerarsi a rischio per le conseguenti fughe di dati, ma anche altri Paesi del mondo le cui connessioni con gli Usa erano state registrate all’interno della rete Orion.

Spionaggio russo, come se ne esce?

A essere finiti nel mirino dello spionaggio, infatti, sono stati tutti e cinque i rami delle forze armate statunitensi, il dipartimento di stato, la Casa Bianca, la NSA, 425 delle società Fortune500, tutte e cinque le prime cinque società di contabilità e centinaia di università e college. Possiamo dunque soltanto intuire la vastissima scala di questa azione e di come, tra le altre cose, le leggi internazionali la permettano. Tra le altre cose, tornare allo status quo precedente all’attacco subito non è facile: bisognerà infatti quasi azzerare gli archivi per evitare che alcuni problemi di sistema persistano. E questo sarà il modo – secondo il Guardian – in cui i responsabili della sicurezza delle reti dei vari settori coinvolti trascorreranno i prossimi giorni. Festività natalizie comprese.

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