La spiegazione del Viminale sul divieto di spostamento da comune a comune

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Il Viminale ha emanato una circolare spiegando le eccezioni previste al divieto di spostamento da comune a comune del Dpcm 22 marzo

Dopo l’approvazione delle limitazione negli spostamenti da comune a comune con il Dpcm del 22 marzo c’è stato il caos. Comprensibilmente sono molti i cittadini che si sono chiesti cosa volesse dire all’atto pratico e quali fossero le eccezioni alla nuova regola imposta per limitare la diffusione del coronavirus. Il Viminale ha diramato una circolare interpretativa incentrata in particolare sul divieto di spostamento da comune a comune per chiarire ogni dubbio.



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Si agli spostamenti dei pendolari

Il divieto di spostamento da comune a comune non vale per i pendolari, i lavoratori che ancora possono e devono recarsi sul posto di lavoro. Anche le attività lavorative classificate come indispensabili, quindi, potranno continuare senza la necessità di autorizzazione da parte dei prefetti. A chiarire questi punti ci ha pensato la circolare inviata ai prefetti e ai capi delle forze dell’ordine e dell’Esercito da parte del  capo di gabinetto del ministero dell’Interno Matteo Piantedosi. Confermato anche che, comunque, spostarsi all’interno del proprio comune viene consentito solo per le comprovate esigenze di necessità, lavoro e salute (come prevede l’ultima autocertificazione).



Spesa in un altro comune possibile se il supermercato è più vicino

Anche coloro che, abitualmente, vanno a fare la spesa in un supermercato che sta in un comune limitrofo (e che è il più vicino alla loro abitazione) potranno continuare a mantenere questa ragionevole abitudine. Nella circolare sono stati fatti due esempi che possano chiarire meglio la situazione: «rimangono consentiti i movimenti che rivestano carattere di quotidianità o comunque siano effettuati abitualmente in ragione della brevità delle distanze da percorrere» e in tale casistica vengono fatti rientrare «gli spostamenti per esigenze lavorative in mancanza, nel luogo di lavoro, di una dimora alternativa a quella abituale o gli spostamenti per l’approvvigionamento di generi alimentari nel caso in cui il punto vendita più vicino o accessibile alla propria abitazione sia ubicato nel territorio di altro Comune».

(Immagine copertina da Pixabay)