Spid Game: gli equivoci sulla navigazione sui siti per adulti
Alcuni titoli forzati hanno portato a pensare che servirà lo spid per navigare sui siti per adulti. Ma le linee guida dell'Agcom dicono molto di più
19/10/2024 di Gianmichele Laino
Una delle polemiche che ci sta accompagnando da una settimana a questa parte riguarda sicuramente la pubblicazione delle direttive dell’Agcom per l’age verification relativa ai siti per adulti (non soltanto i siti porno, ma anche quelli che propongono contenuti sensibili, come i siti di scommesse o i siti con immagini di violenza). Alcuni titoli molto forzati (nei nostri articoli del monografico, ad esempio, si parla di un titolo dell’edizione cartacea di Repubblica della scorsa settimana) hanno portato i cittadini a effettuare una immediata equazione: per navigare sui siti per adulti sarà necessario lo spid.
Spid e siti per adulti: cosa c’è di vero e cosa c’è di falso
Innanzitutto, Agcom – che ha avviato una consultazione e che, al termine di quest’ultima, ha pubblicato le sue linee guida in conformità con l’urgenza derivante dal decreto Caivano – non nomina mai esplicitamente lo spid come sistema per la verifica dell’età collegata alla navigazione su siti per adulti. Certo, parla di servizi di terze parti collegati al concetto dell’identità digitale, ma sappiamo bene che lo spid non è l’unico tra questi e che – in ogni caso – le piattaforme possono anche individuare altre soluzioni, purché siano collaborative nell’impedire l’accesso ai contenuti per adulti ai minori.
Tra l’altro, se questi contenuti vengono forniti tramite app (si pensi, ad esempio, ai contenuti vietati ai minori che si possono trovare su Netflix o su Amazon Prime ad esempio), un rafforzamento del sistema di registrazione dovrebbe rappresentare già da solo la garanzia che l’utente sia maggiorenne. Per la navigazione via browser, invece, la situazione è un po’ più complicata e il sistema di verifica dell’età deve necessariamente passare da strumenti terzi. In ogni caso, per il rispetto della privacy, il servizio terzo che fornisce la prova della verifica dell’età non dovrà sapere l’utilizzo che l’utente farà di questa prova di verifica, né le piattaforme per adulti sapranno più di quello che non sanno già relativamente all’identificazione dell’utente.
La domanda è: visto che c’è stata tanta urgenza sulla verifica dell’età per i siti per adulti, come mai si continua a delegare alla governance interna delle piattaforme social per l’age verification dei loro utenti? Ecco l’elenco degli articoli che compongono il nostro monografico sul tema:
- Ma davvero servirà lo Spid per navigare sui siti per adulti?
- Cosa dicono le linee guida Agcom per l’accesso ai siti per adulti dal 2025
- L’utente avrà privacy nella navigazione con la richiesta di verifica dell’età sui siti per adulti?
- Age verification e siti per adulti: cosa succede ora a social e strumenti di AI?