The Handmaid’s Tale 3: Bradley Whitford descrive il suo personaggio

L’attore che in The Handmaid’s Tale interpreta l’enigmatico Comandante Joseph Lawrence Bradley Whitford, in una intervista ci parla del suo personaggio.

Quando The Handmaid’s Tale ha introdotto per la prima volta il comandante Lawrence (Bradley Whitford), sapevamo che sarebbe stato una nuova aggiunta particolare e interessante all’interno del mondo di Gilead, ma non avremmo mai pensato a quanto sarebbe stato difficile inquadrarlo. Whitford interpreta in maniera meravigliosa uno dei personaggi più complessi ed enigmatici che si siano mai visti in una serie televisiva.

Ora, dopo il rilascio dei primi tre episodi di The Handmaid’s Tale 3, le domande sulle intenzioni del suo personaggio, sono aumentate in maniera esponenziale. Un uomo che da una parte aiuta la sua ancella a fuggire in Canada, ma che poi crudelmente trasforma June in un po’ di divertimento misogino di fronte a tutti i comandanti. Grazie a TV Guide possiamo riportarvi l’intervista Bradley Whitford dove parla del suo personaggio.

Se sei confuso sulle motivazioni del comandante Lawrence, non sei assolutamente l’unico. Quel mistero è parte del suo fascino, come lo Whitford ammette, e sarebbe un errore cercare di capire da che parte sta.

Di seguito riportiamo l’intervista esclusiva a Bradley Whitford, il Comandante Lawrence di The Handmaid’s Tale

Il comandante Lawrence è davvero difficile da inquadrare. Quanto crede davvero nel regime di Gilead e nei suoi principi?

“Il mio approccio di base ricorda Robert McNamara, un uomo che ha perseguito la guerra in Vietnam per il presidente Kennedy. Un uomo brillante. La sua enorme intelligenza cancellava la sua umanità, e così, prese le sue brillanti idee economiche, che rivoluzionarono l’industria automobilistica, e li applicò allo sterminio sistematico di tre milioni di esseri umani nel Sud-est asiatico. Penso che l’umanità del mio personaggio sta lentamente entrando in gioco. Quando si parla del suo coinvolgimento nella nascita di Gilead, lui si mette sulla difensiva. Credo che inconsciamente sia interessato a queste donne e alla loro posizione estremamente vulnerabile. Nella prima scena che ho con June, nella terza stagione, quando lei gli dice che avrebbe potuto farlo giustiziare, nonostante fosse un Comandante, lui ne è affascinato, l’ammira ma, ovviamente, non si fida di lei“

In molti vedono il Comandante Joseph Lawrence come un personaggio simpatico e a tratti eroico. È un modo accurato per vederlo o è fuorviante? Dovremmo fidarci di lui?

“Onestamente non lo so. Voglio dire, tutto è complicato con lui. Da una parte, ha creato questo mondo grazie al suo amore genuino e la connessione con sua moglie, dall’altra parte la stessa connessione è stata distrutta proprio a causa sua e di ciò che ha creato. Penso che questo sia il motivo principale del suo interrogarsi, su quello che ha fatto. È un po’ patetico pensare che qualcuno che ha causato così tanto orrore e così tanta brutalità per tutte quelle donne, decide di agire solo quando il problema si trova in casa sua. Penso che il mio personaggio non abbia ancora capito perchè decide di aiutare”

A questo punto, come pensi di vedere la resistenza e i loro sforzi per indebolire Gilead?

“Qualcosa sta accadendo in lui. Il modo in cui è con gli altri comandanti, il modo in cui è con zia Lydia. E’ un uomo privilegiato con una posizione unica e intoccabile nella gerarchia ma il suo, non è un percorso lineare. Il non capire la sua posizione è ciò che lo rende davvero interessante”

Interessante, ma anche frustrante

“E’ proprio quello che volevano gli autori, che il pubblico si sentisse così. Sarebbe davvero bello racchiudere un problema come la misoginia totalitaria con un eroe non conflittuale, ma penso che il punto centrale di The Handmaid’s Tale è: come condividere l’esperienza completa June attraverso questo brutale stato totalitario? Penso realisticamente che quando ci sono persone in queste situazioni, sono molto difficili da leggere … Quando leggevo queste cose, mi dicevo, ‘C—o, è solo crudele?’ La scena con il libro, è un pezzo di scrittura così interessante perché c’è un conflitto, una discussione, un disaccordo con gli altri comandanti unito alla misoginia.

Penso che il mio personaggio le stia insegnando qualcosa, come se le stessi dicendo ‘Quanto riesci ad ottenere, in generale, e fino a quanto puoi spingerti senza rischiare di distruggere tutto?”

Se June vuole andare avanti in questa guerra, credo che questa sia una di quelle abilità che le servono. Devo farla scegliere tra le donne in gabbia che sopravviveranno. Dal mio punto di vista, di nuovo, penso che sia chiaramente patriarcale e sessista, e sono convinto che non si fidi di lei. È totalmente frustrante”

Lo vediamo giocare da entrambe le parti, lo vedremo mai scegliere un lato?

“La risposta breve è che non lo so. Voglio dire, davvero non lo so. Non so dove andrà. Non penso che Bruce Miller lo sappia. È una delle cose interessanti e terrificanti nel fare televisione, è in realtà scoprire chi è e che cosa è in grado di fare il tuo personaggio”

Una delle cose più chiare su di lui è come si sente a proposito di sua moglie. Come descriveresti la sua relazione con lei, ed è forse l’unica cosa che gli interessa a questo punto?

“Penso che lui ami veramente sua moglie, e penso che sia reale, è ben consapevole del fatto che l’ha distrutta, sia emotivamente che fisicamente. Sua moglie è così emotivamente vulnerabile che penso che sia in grado di respingerlo. Con lei, non è neanche lontanamente sessuale o romantico, ma riesci comunque a percepire il forte sentimento prova per lei. Niente in questo stato totalitario lo sfida ancora. C’è anche solo l’inquietudine e l’impazienza di un intellettuale”

Continuate a seguirci su talky! per scoprire tutte le novità di The Handmaid’s Tale 3 e non dimenticate di passare dalla pagina The Handmaid’s TaleItalia, il gruppo facebook The Handmaid’s Tale – Italia gruppo di supporto e Serietvinside.