The Expanse 3×05 Recensione: Tutte Le Strade Portano Ad Io
17/05/2018 di Redazione
The expanse ci offre, ma non è certo una novità, un racconto vivido e palpitante di uno scontro fra esseri umani in guerra fra loro mentre sulle loro teste incombe una minaccia ben più grave che potrebbe portare all’estinzione della razza umana: La protomolecola.
The Expanse e il gioco della guerra.
Se si pensa a una guerra spaziale, la nostra mente corre subito a Star Wars, Star Trek e a tutte quelle suggestioni spettacolari con raggi laser e acrobazie spaziali. The Expanse invece la guerra la racconta più dall’interno, mettendo a nudo il carattere di personaggi che come una stella supenova brillano con grande potenza per poi spegnersi perché il loro compito si è esaurito.
Negli incastri di una guerra odiosa perché falsa e voluta da un solo uomo, incontriamo un ammiraglio capace di affrontare la verità pur sapendo che sarà un peso insopportabile per lui. Southern si ritrova sulle spalle l’importante peso di fermare una guerra, lo stesso peso del capitano della nave marziana Hammurabi. Ma la guerra voluta da Errinwright non ha nulla di nobile, non ha nulla di valoroso e non ha niente di onorevole.
Nguyen è l’uomo di Errinwright, una sua creatura e non segue l’onore o il valore. Lui non segue le regole ma l’obiettivo e questo gli consente di porre fine, seppur faticando alla temporanea ribellione di Sothern, a cui però resta il merito di aver provato fermare questa insensata lotta fratricida, una stella che ha brillato troppo poco ma con grande luminosità.
Le storie piccole…
Quando un’intero sistema diventa lo scenario di una guerra, riesce difficile raccontare le storie minime con la stessa forza di quelle grandi. The Expanse prova a farlo con grande capacità e ci immerge all’interno di un conflitto fatto di decisioni che possono salvare o condannare l’umanità ma anche di piccole storie come quella di Mei e della disperata ricerca da parte del padre Prax.
Può un padre essere pronto a tutto per salvare una figlia? Ovviamente sì. Ma può essere pronto a sparare ad una figlia ormai devastata dalla protomolecola? La storia di Julie Mao sembra in qualche modo ripetersi, ma adesso tutto sembra cambiato e Prax non è Mao.
Kotoa, il bambino ormai preda della Molecola aliena rivela qualcosa di sconcertante e confuso legato all’ “Opera” in corso e che presto sarà compiuta. Sappiamo dalla precedente stagione che la Protomolecola è atterrata su Venere e tutto sembra connesso alle trasformazioni recenti avvenute su Venere e sugli esperimenti di Strickland.
…le storie enormi.
Mentre l’evoluzione tecnologica avanza spedita, l’uomo non riesce a correre alla stessa velocità. Questo in sintesi il senso di The Expanse. La tecnologia avanzata ma realistica che procede verso la conquista del sistema solare, muove un umanità ancora legata alle lotte di quartiere, alla miseria mentale di personaggi meschini come Errinwright e persino i buoni non riescono ad andare oltre il proprio naso, prendere le giuste decisioni.
L’uomo non ha step migliorativi, resta sempre uguale a se stesso e questo potrebbe condannarlo senza appello davanti a un’entità aliena che si è già dimostrata nettamente superiore, arrivata sul nostro sistema solare per conoscere, assorbire, disassemblare studiare per poi muoversi sempre più speditamente verso il completamento di un qualcosa che potrebbe andare al di là delle beghe fra Terra, Marte e Cinturiani.
L’esempio più calzante di questa situazione è la richiesta di Avasarala di ottenere per la Terra la protomolecola, sempre per avere qualcosa da mostrare ai propri avversari come un trofeo di guerra. Nessuno sembra guardare oltre il proprio naso, oltre i propri interessi, oltre le nobili cause e questo porterà inevitabilmente la razza umana nel baratro sospinta da un’entità aliena che si cercato di asservire a scopi bassi, ma che non è possibile contenere o dominare.
Tutto si decide a Io.
Le armate marziane e quelle terrestri convergono su Io. Forse è presto per una resa dei conti definitiva, ma mi aspetto su Io, una bella spallata narrativa che sposti l’obiettivo non solo sulla guerra ma anche e soprattutto sull’opera avviata dalla protomolecola con tutte le conseguenze che questo porterà inevitabilmente negli equilibri molto fragili che The Expanse sta raccontando con grande maestria.
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