The 100 6×02: Recensione episodio “Red Sun Rising”
08/05/2019 di Redazione
Stanotte è uscito il secondo episodio della sesta stagione di The 100 intitolato “Red Sun Rising” (L’ascesa del sole rosso). Ecco la nostra recensione!
Settimana scorsa avevamo assistito con ansia alla visione della premiere della sesta stagione di The 100 (qui la nostra recensione) e dopo le prime lacrime dovute alla perdita di Shaw, avevamo potuto finalmente osservare, l’inizio degli effetti, che l’eclissi ha sulle persone.
Questa settimana nel secondo episodio della sesta stagione di The 100 intitolato “Red Sun Rising” (L’ascesa del sole rosso) assistiamo nel pieno alla psicosi dell’eclissi. Come al solito andiamo con ordine.
La nascita di Sanctum
L’episodio 6×02 inizia con un flashback di 236 anni prima, e conosciamo i fondatori del pianeta Sanctum, la famiglia Lightborne. Per quanto la loro missione consista principalmente in due fasi: sopravvivere e popolare, anche questi personaggi all’epoca dovevano far fronte alle numerose domande quando si esplora, una terra sconosciuta. Puoi catalogare tutte le piante e le forme viventi presenti, ma se non provi il cibo, non saprai mai se è commestibile oppure no.
Mentre sulla terra, nella prima stagione Clarke & Co. si erano imbattuti in delle noci allucinogene, qui su Sanctum le bacche hanno il sapore dello zucchero filato. Sembra tutto bello, sereno e tranquillo sino a quando arriva l’eclissi e con essa la prima psicosi che porta la morte della famiglia Lightborne per mano del capostipite interpretato da Sean Maguire.
Chi di voi ha seguito in precedenza la serie televisiva Once Upon a Time avrà provato un sussulto nel rivedere questo attore, chiamandolo semplicemente Robin Hood! Solo che purtroppo invece di salvare i più deboli con arco e frecce, in questa sua nuova interpretazione siamo costretti a guardarlo mentre uccide la sua famiglia con un martello, per poi far fuoco sugli altri con una pistola. Sigh.
La psicosi è arrivata in The 100 6×02
Torniamo nel presente dove troviamo Clarke, Bellamy e gli altri che stanno cercando di prendere tutte le precauzioni possibili per far fronte al problema della psicosi.
Si dividono nelle varie case presenti e si incatenano. Una delle scene più importati è senza ombra di dubbio Murphy che elenca ad uno ad uno tutti gli errori commessi da Clarke, ma non solamente quelli riguardanti la stagione precedente di The 100, parte proprio dal principio, da quando per poco non moriva impiccato nei primi episodi, quando era stato accusato di aver ucciso Wells ( si proprio Wells ve lo ricordate? Il miglior amico di Clarke, il figlio di Jaha, colui che sembrava dovesse avere un ruolo importante in questa serie televisiva e invece morì subito), di come avrebbe voluto sacrificare Emori e poi, forse il dolore più grande di Clarke, Lexa.
Ma lo scopo di Murphy non è ferirla o farla star male, vorrebbe solamente che Clarke si rendesse conto di essere stata una pessima leader per 5 anni, altrimenti, se così non fosse, nel momento in cui lei gli dice:
“È questo che vuoi sentire? Che sono io la cattiva? Bene, sono la cattiva. Quando comando, la gente muore, non è quello che hai detto?
Lui non avrebbe mai risposto: “E già un inizio”, come dire è già qualcosa. Il primo passo per affrontare un problema non è forse quello di ammetterlo?
Molto interessante è poter osservare i vari aspetti della psicosi sui nostri protagonisti, mentre per tutti gli altri la psicosi si manifesta nel vedere un nemico che sia una persona o degli insetti, comunque qualcuno pronto a far del male, in Clarke si manifesta in maniera del tutto diversa: è lei il nemico di se stessa, è lei il male assoluto, è lei il problema. Ed è straziante che l’allucinazione prende forma come voce di sua madre, riesce a creare un’ulteriore tensione in quel momento.
Murphy l’unico immune alla psicosi in The 100
Come non poter sottolineare il fatto che l’unico immune sia proprio Murphy? Il personaggio più stravagante e già di per sè un po’ fuori di testa? Dobbiamo ammettere la nostra sconfitta, eravamo convinti che i Nightblood fossero immuni alla psicosi e invece, abbiamo toppato.