Manifest: Tutto è collegato -Recensione 1×04/1×05
05/11/2018 di Redazione
Manifest continua a dipanare la sua ragnatela di vite interrotte, di vite riprese e di esistenze sospese. Una serie che prova e, a mio avviso riuscendoci, a esplorare i sentimenti e la vita unendo una sostanziosa parte di mistero e investigazione.
Flashback.
Cinque anni e mezzo sono tanti per chi è rimasto a terra. La vita è trascorsa, passata volata e anche cambiata. C’è chi è morto in questi anni e anche chi ha deciso che non poteva più aspettare e ha fatto scelte importanti come quella di vivere con un altro uomo o sposarsi.
Il bello di Manifest è che può fra virgolette “giocare” con questa discrepanza fra la vita vissuta e la vita interrotta. Questi due episodi, infatti ci offrono sia la parte legata al mistero, alle voci, le apparizioni che quella prettamente collegata con le persone che invece hanno vissuto lo scorrere di questi 5 anni e mezzo nella convinzione che i propri cari fossero morti.
L’episodio 4 di Manifest ha evidenziato ancora una volta come alcuni protagonisti di quel volo siano ora connessi, abbiano visioni comuni che li portano a salvare/aiutare gli altri. Questo è un dono o una maledizione? Michaela potrebbe pensare che sia una maledizione, una specie di peso insopportabile che sta trascinando a fondo anche chi ama come Vasquez.
Anche il fratello Ben comincia a credere che sia più una maledizione che un dono. Mentre cerca di salvare gli altri, di capire, di indagare non si rende conto che la ricucitura più difficile è proprio quella della sua famiglia. Ci voleva un pugno figurato allo stomaco per fargli capire che la prima cosa da fare era capire sua moglie, capire la scelta fatta per sopravvivere ed amare di nuovo un uomo come Danny.
La figlia, nei guai non chiama lui, come mai potrebbe chiamare Ben quando per più di 3 anni il suo unico punto di riferimento, la spalla dove ha pianto, la persona che ha visto il passaggio fra bambina e donna è Danny? Ben si rende conto che se vuole ritornare ad avere lo stesso rapporto con la figlia deve lottare perché i 5 anni non vissuti sono un gap pazzesco.
Il passato mai vissuto.
Come abbiamo visto, i superstiti, i miracolati del volo 828 si ritrovano dentro una realtà non vissuta cercando di trovare la forza di riprendersi la loro vita. Ma purtroppo o per fortuna questo passato non vissuto li ha cambiati, li ha resi in qualche modo uniti.
Persone che non si conoscevano ora sentono voci interiori che gli dicono cosa fare, che li tormentano: “Tutto è Collegato” è l’incessante voce che Ben sente nella sua mente, ma lui preferisce ignorarla, stargli lontano, evitarla affidandosi persino alla casualità di una monetina gettata in aria.
Vi ricordate la donna che in mezzo alla folla si è inginocchiata davanti a Cal? Forse proprio Cal è una delle chiavi del mistero. Lui non sente le voci, lui sa di dover fare delle cose, ma senza rendersi conto del come o del perché. Ritrova il fuggitivo del volo 828 senza che Ben possa impedirlo.
Un collegamento impossibile una sensibilità così accentuata nel bambino che lo rende quasi magico. Ben non può più affidarsi alla monetina. Deve comprendere cosa ha di diverso Cal rispetto agli altri e se tutto questo sta accadendo solo al bambino.
Sfortunatamente per il nostro ex principe azzurro, le cosa non vanno benissimo nemmeno nella vita privata. Lo capiamo dai flashback di come Danny si sia inserito nella vita di Grace e di come alla fine, con il tempo, abbia riempito un vuoto.
So che l’istinto sarebbe per tutti, scrivente incluso, quello di vedere Danny come un rivale, qualcuno che ha approfittato della sofferenza e del dolore di una donna rimasta sola per insinuarsi, ma a pensarci bene Danny non ha rubato Grace a Ben, forse è solo grazie a lui se Grace è rimasta la stessa di 5 anni prima, se ha potuto aprire le braccia alla vita, se ha avuto anche lei un uomo in casa.
Quale donna o uomo avrebbero atteso 5 anni e mezzo il proprio marito, la propria fidanzata? La scena in cui Grace capisce che deve tornare almeno ad avere cura di se stessa è emblematica di come il dolore per le persone scomparse possa devastare. Ma arriva un momento nel quale si devono raccogliere i cocci e provare a vivere.
Proteggere e mentire.
Potrebbe mai Michaela riuscire a stare lontana da Vasquez? Proviamo a immaginare voi che sparite per 5 anni, lasciando un uomo innamorato e praticamente pronto a sposarsi con voi per vivere una vita insieme. Poi tornate e lo trovate sposato con la vostra migliore amica.
Per lei poche ore non hanno cambiato di una virgola i suoi sentimenti. Nulla in lei potrebbe farglieli cambiare come potrebbe mai essere? Come può cambiare l’amore in due ore di volo? Se riuscite a capire la profonda delusione, il forte dolore di un amore interrotto senza che per voi sia cambiato nulla, allora potete comprendere perfettamente Michaela.
Lourdes è una donna intelligente. Capisce subito che il ritorno di Michaela può turbare il suo uomo, sa che legame li univa ma è anche lei innamorata di Vasquez, non vuole buttare via gli anni della disperazione per la perdita dell’amica ma non vuole nemmeno buttare via la sua felicità, la sua vita vissuta con lui.
Lourdes vuole essere ancora l’amica di Michaela, ma in amore si lotta, si sgomita e non ha regole. Il fatto che Jared si sia preso una colpa non sua per coprire Michaela, deve essere sembrato a Lourdes come quando stai sonnecchiando e ti suona d’improvviso il campanello di casa.
Trovo molto interessante questo gioco a 3 fra loro, anche perché ritengo difficile che amicizia, complicità o cose simili possano alla fine risolvere una rivalità fra donne così forte. Sarà la fine di un’amicizia femminile che ha resistito a tanti urti?
Conclusioni sugli episodi 4 e 5 di Manifest.
Oggi non mi sono occupato della parte investigativa ma lo farò prossimamente. Manifest continua a piacermi nonostante il pubblico USA stia cominciando a scemare e gli ascolti stiano calando. Va però considerato che sommando i dati DVR la serie resta comunque fra le più seguite della sua fascia oraria.
L’aspetto più complesso resta proprio quello di riuscire a unire generi molto diversi dentro una stessa serie, cercando di dare a tutti la stessa impronta e la stessa direzione. Le indagini, il mistero di quel volo, le luci viste da Cal, i sentimenti scombussolati, strappati e cambiati, le voci con le loro conseguenze. Tutto per piacere al pubblico medio americano deve avere una linearità e una logica comprensibile anche ai bambini delle elementari.
Tutto questo non è semplice e posso capire che il pubblico stia diminuendo. Manifest in qualche modo ti porta comunque a pensare a ragionare se, in quella stessa situazione, che scelte avresti fatto. Ma per un pubblico che premia le comedy o le storie piatte e strappalacrime in cui devi solo cercare i fazzolettini, restare concentrati a seguire Manifest è uno sforzo mentale durissimo.
Passo e chiudo.
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