Irene Maiorino: “ Recitare significa donare”

21/10/2019 di Redazione

                                               Intervista ad Irene Maiorino che interpreta Alessandra Mussolini nella serie ‘1994’. 
Semplice e vera, Irene Maiorino è una delle giovani attrici più promettenti del panorama italiano. Scelta da Alessandro D’Alatri per l’inedita serie ‘Il Commissario Ricciardi’, Irene ha dato sempre prova di saper interpretare donne diverse e distanti dal suo mondo. Nella serie ‘1994’ ha interpretato con naturalezza e maestria Alessandra Mussolini. Adesso, l’attrice dona e regala pezzi di sé alla recitazione. Cambia pelle, si trasforma continuamente in un viaggio che deve essere calmo e mai frenetico. La libertà, adesso, per Irene è trasparenza e verità.
Benvenuta, Irene. Nella serie ‘1994’, sei Alessandra Mussolini. Come descriveresti questa donna? 

Per prima cosa sicuramente orgogliosa: della sua famiglia, del suo cognome e del suo essere donna irruente. Sicuramente poco incline ad una possibile ‘addomesticazione’ maschile. Un certo carattere e una certa coerenza, che se non altro le hanno conferito da subito un’ immagine ben precisa che già nel 1993 le permise di candidarsi come sindaco di Napoli, anche se poi perse al ballottaggio con Bassolino. Quindi aggiungerei anche determinata.

In che modo hai costruito questo personaggio e in che modo ti sei documentata? 

L’ho studiata moltissimo. Anche se poi sul set c’è stato un grande lavoro di trucco parrucco e costumi. La cosa principale era, sin dal provino, rintracciare una certa attitudine e certe movenze: un lavoro di recitazione in parte solito, ma non mi era mai capitato di doverlo fare su un personaggio così ricco di presenza, sfumature e accenti caratteriali così decisamente spiccati.

Quindi mi sono maggiormente concentrata su un discorso fisico, cercando nella sua abbondanza una misura. Poi successivamente per la storia che raccontiamo mi sono logicamente documentata sulla sua vita politica.

Quale credi sia la forza di Alessandra all’interno della storia di ‘1994’? 
La sua irruenza. Che in parte è entusiasmo ma soprattutto fiducia nell’impegno di Veronica Castello che di fatto ad un certo punto , non volendo, rischia di minare l’operato di tutte, e Alessandra, nonostante si mostri da sempre quella col carattere più duro, è l’unica che si mostra comprensiva.
Irene Maiorino nei panni di Alessandra Mussolini
Cosa ti affascina di più di questa serie? 
La cooperazione. Questa è la prima volta che sul set vedo gli sceneggiatori ( tutti ) partecipare attivamente al girato, essere sul set, discutere le scene al momento, con il regista.
La sceneggiatura è a mio avviso fondamentale per la riuscita di un buon prodotto. In più questa è una serie in cui ogni dettaglio è curato e ogni tipo di personaggio è affidato ad attori bravi, tutti. Evviva!

 

Recentemente, ti abbiamo apprezzato nella serie I Bastardi di Pizzofalcone. Che esperienza ha rappresentato per te questo progetto? 

Molto bella. Mi ha permesso di tornare a Napoli dove amo lavorare, e dove ho il mio cuore torna bambino. Il personaggio che interpreto poi, è una giovane dottoressa dal carattere preciso ma allo stesso tempo molto dolce. Così diversa da me, anche se mi riconosco nella sua semplicità. Darle corpo mi ha permesso di assaporare sfumature meno tragiche in cui si muovevano i miei ultimi personaggi, una su tutte Teresa in Gomorra 2.

 

Attualmente sei sul set della serie ‘Il Commissario Ricciardi’, cosa puoi anticiparci del tuo ruolo e che atmosfera si respira su questo set? 

Il set è fantastico perché siamo nella Napoli degli anni 30. Potete immaginarne la magia. Soprattutto di una Napoli degli antichi caffè, tende di velluto e storie direi quasi magiche, tratte dalla grande penna di Maurizio De Giovanni. C’è dunque, per prima cosa,un lavoro incredibile di scenografia. Sono felice poi perché ho ritrovato Alessandro D’Alatri :un regista che finalmente vede in me le varie sfumature di un’attrice. A differenza de I bastardi di Pizzofalcone Falcone, mi ha proposto un ruolo diverso,una donna più adulta, madre, e dalla grande forza d’animo.

 

Tanti traguardi raggiunti, ma adesso c’è un ruolo che ti piacerebbe ottenere? 

Un film al cinema certamente. Non penso a nessuno ruolo in particolare. Ma penso a una storia potente in cui potermi immergere a 360, con i tempi meno frenetici della tv con i quali sono sicuramente più in sintonia. Magari di una regista donna o di qualche giovane autore pronto a rischiare su una storia diversa dal solito.

Uno scatto di Irene Maiorino

Sei di origine napoletana, che legame hai con la tua città e in che modo questa terra ha fortificato il tuo amore per la Recitazione?

Tutto il fascino e la poesia di Napoli me la regala il ricordo di mio nonno. Le sue giacche fatte su misura, Il filone di pane sfornato a Torre Annunziata, il profumo dell’acqua di colonia, un certo modo di scrivere, la carta di Amalfi, le antiche pasticcerie affollate la domenica. Che meraviglia, che nostalgia ma che fortuna. Perché già solo questo è arte a mio avviso, prima ancora di pensare alla grande tradizione teatrale napoletana. Mi piacerebbe tornare ragazza di bottega. Finire di nascosto dentro qualche grande teatro e vedere i grandi attori in prova scomparire tra i pesanti sipari di velluto rosso.

 

Ad oggi, cosa significa per te il verbo ‘recitare’?

Restituire (e regalare). Più che mai oggi recitare per me ha a che vedere con una sincerità e predisposizione nel donare, nel mettere ‘dentro’ il lavoro quell’io personale che non è assolutamente la propria intimità ma la possibilità di permettere a tutti di riconoscersi (per assonanza o dissonanza) in quel solo grande io. Noi attori , attraverso la visione e la riflessione sul lavoro che proponiamo, regaliamo la possibilità di sconfinare giudizi, rivedere opinioni e riaccendere sogni. E in questo abbiano una sana responsabilità.

 

Chi è Irene Maiorino e come si descriverebbe a chi ancora non la conosce? 

Sono in un momento di (difficile) cambiamento. E quindi non saprei bene dire ora chi sono. e forse è una fortuna. Ma resto sicuramente una ragazza appassionata, curiosa e che difende le sue idee. Ho a cuore il cuore di tutti e le lotte delle donne e sono molto vicina a un modo di vivere che vorrei tornasse più lento, più dolce. Faccio fatica a stare al passo con la velocità di questi ultimi anni. Ho bisogno di molto silenzio a volte e mi piace ascoltare quello degli altri.

 

Sogni e progetti futuri…

Semplicità. che non vuol dire facilità . Forse lo avrò anche già detto, ma vorrei allineare la mia vita ( che lavorativamente parlando è quasi impossibile) su un ritmo meno schizzofrenico, e fatto di più momenti intimi come viaggi ad esempio, pur continuando a vivere di questo mestiere incredibilmente potente per chi lo fa e per chi lo accoglie.

 

 

 

 

 

1994” va in onda ogni venerdì alle 21.15 su Sky Atlantic e in simulcast su Sky Cinema Uno. Disponibile anche on demand, Sky Go e in streaming su NOW TV.

1994” è una serie Sky Original prodotta da Wildside, parte di Fremantle, diretta da Giuseppe Gagliardi e da Claudio Noce con Stefano Accorsi, Guido Caprino, Miriam Leone, Antonio Gerardi, Giovanni Ludeno e Paolo Pierobon.  La serie è creata da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo. L’idea del progetto è di Stefano Accorsi, che partecipa allo sviluppo creativo della serie. Beta Film è il distributore internazionale.

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