Chicago PD 6×15 – Recensione: Un’azione sbagliata per le giuste ragioni

27/02/2019 di Redazione

E’ l’istinto di Jay Halstead il protagonista di questo nuovo episodio di Chicago PD che chiude il crossover con Chicago Fire.

Anche in questo caso, come accaduto dopo aver visto l’episodio di Chicago Fire, il primo pensiero va a ciò che questa volta è mancato. Una maggiore interazione tra i personaggi. Qualcosa di più di due schieramenti che si incontrano. Jay, Cruz, Voight, Boden. Li abbiamo visti insieme nella stessa stanza come ormai accade in molti episodi (con nostro immenso piacere) degli show One Chicago. Ma, in questi due episodi e a differenza di quanto dichiarato da Derek Haas, non c’è stata una reale fusione.

Ma questo episodio di Chicago PD ha regalato comunque grandi emozioni. Grazie ad Aiden, a questo ragazzino di 15 anni che “cercavamo solo di uscirne pagando“. A Jay Halstead, al suo istinto e ad Hank e Ray per quell’ultimo momento. Una menzione speciale va però al sergente Trudy Platt. Cosa sarebbe Chicago PD senza di lei?

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Chicago PD

Un’azione sbagliata per le giuste ragioni“, con queste parole si riassume il nuovo episodio di Chicago PD. Quello che chiude il crossover con Chicago Fire (la nostra recensione). Avevamo lasciato Cruz minacciato da Suggs, il vigile del fuoco accusato forse da ognuno di noi di essere il colpevole nelle rapine nella città di Chicago. Ed è così. La realtà dei fatti è questa. Ma ci vuole l’istinto di Jay Halstead per capire che c’è anche altro dietro.

Altro che ha visto anche Joe Cruz. Nell’ufficio di Boden, Cruz cerca di farsi ascoltare. Ma Voight è un poliziotto, ha bisogno di prove e fatti concreti. Non di parole. Quelle, nel mondo di Hank contano ben poco. Ma quello che non sa Joe, è che se c’è qualcuno che lotterà sempre per i diritti dei più deboli, quello è proprio il sergente dell’Intelligence. E con lui, i suoi agenti e detective.

Chicago PD

Pochi minuti dopo l’inizio del nuovo episodio di Chicago PD, Jay, Hailey e Kim trovano Suggs. O almeno il suo corpo. Il vigile del fuoco è morto. Ucciso con colpi di pistola alla testa e al petto. E quel ragazzino che ha cercato di salvare la vittima dell’ultima rapina, quel 15enne che Jay ha guardato negli occhi, non è un assassino. Non è lui il colpevole. Il detective Halstead continua a ripeterlo. Ed Hank Voight sceglie di non sottovalutare il suo istinto.

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Ancora una volta, anche senza essere centrale, il legame tra Jay ed Hank viene messo in evidenza. In sei anni il rapporto tra questi due poliziotti è diventato molto più profondo, consapevole, fatto di fiducia e rispetto reciproco. E nel nuovo episodio di Chicago PD, ad Hank Voight è bastato ascoltare le parole del suo detective per decidere la prossima mossa.

I pezzi si mettono insieme pian piano mentre Jay cerca di aiutare quel ragazzino che vorrebbe confessare ogni cosa. Ma che è colpevole solo di quelle rapine. C’è dell’altro da scoprire. Bisogna capire il perché. Jay viene appoggiato da Hailey. C’è lei accanto a lui in ogni momento. Mentre io, in ogni momento, mi chiedo il perché di Adam e Hailey come coppia. Per quale motivo trasformare Chicago PD in Beautiful? Una domanda che non avrà mai una risposta soddisfacente.

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Andate a pagina due per la seconda parte della recensione di Chicago PD

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