Speranza: «Regioni e parlamentari sapevano dei 21 parametri da 24 settimane»

Categorie: Attualità

L'audizione del ministro della Salute alla Camera de Deputati

Roberto Speranza alla Camera ha fatto la sua informativa sull’ultimo dpcm e sulla sua ordinanza che ha diviso l’Italia in tre zone. Il ministro è stato molto chiaro e ha chiesto che non si mistificasse la realtà come è stato fatto in questi giorni, sostenendo che la battaglia politica ha superato dei limiti in un momento così grave come la pandemia. «Non possiamo contare un numero di vittime inaccettabile tra i cittadini e i medici – ha detto Speranza -. Sempre in quest’aula ho detto che era irragionevole pensare che la tempesta che stava attraversando l’Europa non sarebbe arrivata poi anche in Italia e l’ho detto quando avevamo il minimo dei contagi del resto del continente. Si possono avere opinioni differenti sulle scelte che abbiamo compiuto, ma non capovolgiamo la realtà».



LEGGI ANCHE > Salvini dice che se lui si ammalasse chiederebbe di essere curato con l’idrossiclorochina

Speranza alla Camera, l’intervento del ministro della Salute

Il ministro della Salute ha chiarito che il governo ha sempre tenuto la schiena dritta sulla pericolosità del virus: «Quando abbiamo chiesto la proroga dello stato d’emergenza abbiamo evidenziato quanto fosse sbagliato manifestare posizioni negazioniste sull’uso delle mascherine o incentivare comportamenti sbagliati in estate. Dobbiamo imparare la lezione: senza un vaccino la convivenza con il virus è destinata al fallimento. Nella società di oggi dove le relazioni sono fortissime è impossibile pensare a una convivenza con queste posizioni».



Speranza ha ricordato la situazione europea della lotta al coronavirus: «In Europa ci sono 294mila morti e 11 milioni di casi confermati: un contagiato ogni 37 persone, un dato impressionante. Sono numeri che non hanno bisogno di essere commentati o interpretati. Anche i dati di ieri ci confermano che abbiamo fatto bene a imprimere un’accelerazione alle nostre scelte. Ieri abbiamo avuto i dati più alti dei contagi in 24 ore dall’inizio dell’epidemia. Il virus non ci dà tempo: non aspetta le conclusioni delle nostre discussioni. In tre settimane a ottobre siamo passati a raddoppiare il dato ogni settimana: dobbiamo muoverci con determinazione per evitare danni più seri. Nessuno può sottrarsi a questa necessità. Il governo si è assunto fino in fondo le responsabilità: non è un merito, ma un atto dovuto».

Speranza alla Camera definisce i criteri e le tempistiche per dichiarare le zone rosse

Infine, la parte più importante: quella che ha definito la modalità di definizione della pericolosità della pandemia nei vari territori italiani: «I dati di monitoraggio e i 21 parametri di riferimento da 24 settimane sono raccolti senza che le regioni o il parlamento abbia sollevato qualche eccezione – ha affermato Speranza -. Il gruppo di lavoro che lo ha redatto è di estrema competenza e lo ha comunicato tempestivamente alla conferenza delle regioni. I dati vengono caricati poi dalle regioni sul database del ministero della Sanità e dunque la fonte dei dati sono le stesse regioni».



Speranza ha poi chiarito che non ci sono stati alcuni scambi di opinioni tra lo stato e le regioni, ma le decisioni sono state prese esclusivamente attraverso i dati. L’indice di rischio e lo scenario di Rt sono i due macro-settori che il ministero della Salute ha preso in considerazione per definire le zone rosse, arancioni e gialle: «Non c’è uno spirito punitivo – ha detto Speranza -, anzi è l’esatto opposto: vogliamo aiutare le regioni perché tutte sono colpite ed è molto più difficile la gestione di questa ondata. Non coltiviamo illusioni sugli asintomatici: se il numero dei contagiati aumenta, aumenteranno anche i ricoveri e i posti occupati in terapia intensiva».

Il ministro della Salute ha poi spiegato che l’emergenza sanitaria non si combatte semplicemente comprando mascherine e ventilatori, ma formando medici e infermieri, con anni di investimenti per i loro percorsi di studi: «Dobbiamo lavorare insieme: abbiamo dimostrato di essere un grande Paese, dimostriamolo ancora una volta».