Una misura senza precedenti, per un’emergenza che sta mettendo, forse come niente altro, a rischio la salute di molti cittadini. La Spagna ha rotto gli indugi e, per fronteggiare l’emergenza Covid-19, il Governo Sanchez ha posto gli ospedali e le cliniche private al servizio della comunità. Le strutture hanno 48 ore per informare l’esecutivo della loro esistenza e mettersi a disposizione del Governo nella gestione dell’emergenza. Anche le comunità autonome spagnole potranno disporre di tutti i mezzi necessari posseduti dal “sistema privato” per fare fronte all’epidemia.
Ma non finisce qui. Il Governo ha anche stabilito che si potranno abilitare tutti gli spazi pubblici o privati a centri per assistere e curare i malati di Covid-19. Per far fronte all'”emergenza medici”, l’Esecutivo ha disposto che tutti a tutti gli specializzandi di medicina interna, rianimazione e geriatria del quarto anno verranno prorogati la durata dei contratti per continuare a essere operativi.
L’Esecutivo ha dato inoltre 48 ore di tempo anche alle aziende che fabbricano (o possono fabbricare) materiale come strumenti diagnostici, mascherine, occhiali protettivi, guanti o altri prodotti medici e farmacologici per porre il tutto a conoscenza delle autorità. Chi non lo fa incorrerà in sanzioni.
Anche per la gestione dei dati, infine, il Governo sceglie la via della razionalizzazione: i numeri sull’epidemia verranno diffusi ogni mattina dal Ministero della Sanità. Una soluzione volta a evitare confusione e strumentalizzazioni.
Resta il gesto, nel mezzo di una crisi epocale, di un Governo pronto a giocarsi il tutto per tutto per garantire la salute dei suoi cittadini. Un atto concreto che non punta a una generica “disponibilità” dei privati, ma che impone a tutti di mettersi a disposizione e rinunciare al temporaneamente al profitto in vista di un bene più grande. Qualche tempo fa si sarebbe chiamata politica.