Gino Sorbillo ribadisce: «Quella bomba era contro di me»
01/08/2019 di Enzo Boldi
Dopo le polemiche arriva lo sfogo. Gino Sorbillo, il famoso ristoratore campano, ha annunciato di aver intenzione di lasciare Napoli dopo quelle che lui considera illazioni. Nei giorni scorsi, infatti, è stata resa nota un’intercettazione di un suo dipendente, Pasquale Gueli, che lo avrebbe informato (dopo aver parlato con alcune persone della zona) sulla vera natura di quell’ordigno fatto esplodere davanti al suo locale nella notte tra il 15 e il 16 gennaio scorsi. Ora, dopo lo sfogo, Sorbillo spiega che dalle autorità non è stato informato sul «presunto errore» dietro quella bomba.
Lo fa attraverso un’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno, spiegando tutta la sua amarezza per le polemiche e le accuse di aver strumentalizzato quella vicenda per fare pubblicità al proprio locale: «Pasquale Gueli è un mio dipendente, non un poliziotto, non un magistrato – ha detto Sorbillo al Corriere del Mezzogiorno -. Nessuna fonte ufficiale mi ha mai detto che la bomba non era destinata al mio locale. Anzi, sono stato io a dirgli di riferire alla polizia la voce che aveva raccolto, proprio perché io sono per la trasparenza e la legalità. Se avessi voluto, gli avrei detto: ‘Non dire niente a nessuno, tieniti questa informazione per te’. Invece ho fatto il contrario».
Sorbillo risponde alle critiche e alle polemiche
L’intercettazione a cui fa riferimento il ristoratore campano è quella con un suo dipendente che, secondo quanto trapelato nei giorni scorsi, avrebbe raccolto alcune voci dal quartiere che avrebbero negato la ricostruzione offerta da Sorbillo agli inquirenti e al mondo dell’informazione. Il suo collaboratore, infatti, sarebbe venuto a sapere che dietro quell’ordigno ci sarebbe stato un errore e quella bomba, in realtà, non era indirizzata al suo locale e alla sua persona. Le indagini, nel frattempo, proseguono, ma famoso pizzaiolo spiega come le immagini delle telecamere di sicurezza smentiscano questa ricostruzione.
Le immagini delle telecamere si sorveglianza
«Dal video delle telecamere di sorveglianza appare evidente. Non mi sembra proprio, come dice il mio dipendente alla poliziotta in una telefonata intercettata, che l’attentatore abbia sbagliato la mira, che in realtà volesse colpire il balcone di un’altra famiglia – spiega ancora Sorbillo al Corriere del Mezzogiorno -. Del resto ci sono mille motivi per i quali io potevo essere nel mirino: l’odio dei tifosi razzisti per aver difeso Koulibaly, l’ostilità di qualche concorrente scorretto, il contrasto alle cosche criminali, in particolare ai Mazzarella. Attendo con fiducia che la polizia e la magistratura facciano il loro lavoro».
(foto di copertina: ANSA/CIRO FUSCO)