L’inviato di Nemo minacciato su Facebook: «Ti lamiamo con Salvini»
13/06/2018 di Redazione
Sonny Olumati è un ballerino professionista che più volte si è occupato di migranti per la trasmissione di Raidue Nemo – Nessuno escluso. Ieri è stato oggetto (e non è la prima volta) di una vera e propria aggressione via Facebook, firmata da un gruppo che si fa chiamare «Punta della lancia». Questi ultimi, nella loro valanga di shitstorm, hanno fatto un riferimento esplicito al ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Ti lamiamo (ovvero, ti accoltelliamo) con Salvini» c’è scritto in diversi commenti. Insomma, un vero e proprio gesto vigliacco che cerca una sorta di legittimazione nelle idee politiche che negli ultimi giorni sono state esposte dal leader della Lega.
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Sonny Olumati, perché hanno scritto «Ti lamiamo con Salvini»
Ovviamente non c’è nessun legame tra Matteo Salvini e questo gruppo di persone che ha agito, di sua spontanea volontà, in maniera così brutale nei confronti dell’inviato di Nemo. Ma il riferimento alle sue idee – nel nome delle quali vengono perpetrati questi ‘attacchi informatici’ – suona davvero come inquietante.
A Sonny Olumati è stato impedito di rispondere ai suoi stessi post, dopodiché la bacheca è stata riempita di insulti e di immagini brutali: bambini di origine africana torturati, immagini raffiguranti corpi dilaniati, teste mozzate, bambini morti e tanto altro. L’inviato di Nemo ha voluto denunciare il tutto via Facebook, attraverso un lungo post chiarificatore.
Sonny Olumati, la sua risposta su Facebook
«È iniziato tutto poco prima di sera – scrive Olumati -,quando mi sono accorto di non riuscire più a commentare i miei stessi post (!!!). Qualche ora dopo è iniziato lo SHITSTORM (letteralmente: tempesta di m**da). Dozzine di profili (alcuni dei quali falsi) hanno iniziato a riversare ‘lo schifo’ sulla mia pagina, non risparmiandosi di pubblicare quei materiali sotto le foto in cui c’erano bambini e ragazzi minorenni (miei allievi)».
La situazione, poi, si è sbloccata soltanto con l’intervento della polizia postale. «La metodologia, come avrete capito – ha commentato Olumati -, è quella tipica delle azioni fasciste: prima mi hanno bloccato la possibilità di rispondere, poi hanno attaccato. In poche parole come quando uno ti regge e gli altri ti menano».
Nei giorni scorsi, lo stesso Sonny Olumati era stato bersaglio di un vero e proprio raid neonazista: sotto la sua abitazione erano state ritrovate delle svastiche sui muri e delle scritte minacciose.
L’aggressione su Facebook all’inviato di Nemo, così come i tanti post che hanno attaccato i migranti che in questo momento si trovano sull’Aquarius rendono bene l’idea del clima di odio razziale che si sta respirando al momento in Italia. Non possiamo assolutamente ignorarlo.