Un flusso di voti importanti si muove dal M5S al centrodestra: lo ha certificato la Basilicata

Come ha fatto il 44% dei voti che il Movimento 5 Stelle aveva preso in Basilicata a ridursi a un poco meno che deludente 20,3%? Dov’è andato a finire quel 24% di voti che aveva fatto esultare Luigi Di Maio all’indomani delle elezioni del 4 marzo 2018? Perché il consenso espresso alle politiche non è stato confermato dal voto delle regionali? Sono tutte domande a cui gli istituti di statistica Swg e Tecnè hanno dato una risposta concreta e molto semplice. È stato il centrodestra a trazione salviniana a intercettare quei consensi che sono andati nelle urne.

Sondaggi centrodestra, il flusso di voti sottratto al M5S

Secondo quanto raccolto dagli istituti di statistica, infatti, del 44% complessivo, il 31% ha continuato a votare per il M5S, il 39% ha deciso di non andare a votare – evidentemente non sentendosi rappresentato in seguito alle tante scelte politiche fatte dai pentastellati in questo anno di esecutivo insieme alla Lega -, il 17% ha scelto di votare per il candidato eletto del centrodestra, il generale Vito Bardi. Soltanto il 12%, invece, ha votato per la coalizione di centrosinistra, mentre l’1% ha votato per la lista Basilicata Possibile, che rappresentava alcuni partiti della sinistra.

Anche il consenso espresso nei confronti della Lega, in questo modo, assume tutto un altro sapore. Il partito di Matteo Salvini (che in Basilicata ha raggiunto il 18%) non è cresciuto solo grazie ai voti sottratti a Forza Italia, ma principalmente grazie ai punti percentuali persi dal Movimento 5 Stelle. Questo governo in tandem, insomma, sembra favorire il partito di Matteo Salvini anche alla prova concreta dei fatti.

Sondaggi centrodestra in crescita: il M5S supererà il 20% alle europee?

Secondo le ultime rilevazioni, in Basilicata il Movimento 5 Stelle potrebbe toccare il 30%, certificando il crollo dei consensi (rispetto al 44% delle politiche) anche in un’elezione nazionale. Il risultato non sarebbe deludente come alle regionali, certo, ma lascerebbe intravedere quello che gli analisti stanno dicendo da tanto tempo: i pentestellati sono in crisi di risultati. La sopravvivenza di Luigi Di Maio come capo politico del Movimento sarebbe garantita solo con un risultato superiore al 20%. Le linee di tendenza, al momento, non sembrano giocare a suo vantaggio.

FOTO: ANSA/ANTONIO VECE

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