La legge spagnola del “solo sì es sì” che consente al Garante Privacy di intervenire senza denuncia

L'AEPD ha potuto aprire a un'istruttoria proprio ai sensi di questa normativa entrata in vigore il 7 settembre del 2022

25/09/2023 di Enzo Boldi

Una legge invisa al “centrodestra” (Popolari e gli estremisti di Vox) che, però, potrebbe essere molto utile come riferimento per un intervento a tutela delle vittime da parte del Garante Privacy spagnolo. Parliamo della cosiddetta “Ley del solo Sì es Sì“, entrata in vigore – dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale – il 7 settembre del 2022. Questa normativa è nata proprio per dare un quadro normativo alle violenze e agli abusi sessuali (quindi relativamente al concetto di consenso esplicito), con un riferimento anche a tutte quelle distorsioni che emergono quotidianamente nel mondo iperconnesso e invasivo di Internet.

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Il caso più recente, quello dell’app che “grazie” all’intelligenza artificiale è in grado di creare deepnude (quindi, di fatto, “spoglia” le persone immortale in una fotografia caricata nel sistema), infatti, è molto delicato. Non solo per la vicenda in sé, ma anche per le possibilità di intervento da parte dei giudici. Molti dei coinvolti, ovvero coloro che hanno realizzato quelle foto deepfake e le hanno condivise via chat, sono in un’età non imputabile. Come accade anche in Italia, infatti, si è imputabili solo dai 14 anni in su (fino ai 18, si risponde al Tribunale dei minori). Qualora si trattasse di persona maggiorenni, infatti, si cadrebbe nei reati previsti dal codice penale spagnolo tradizionale, come spiegato dal comma 3 dell’articolo 189 del codice penale spagnolo:

«Qualsiasi materiale che rappresenti visivamente una persona che sembra essere minorenne impegnata in una condotta sessualmente esplicita, reale o simulata, o qualsiasi rappresentazione degli organi sessuali di una persona che sembra essere minorenne, per scopi principalmente sessuali, tranne che la persona che sembra essere minorenne risulta in realtà avere diciotto anni o più al momento in cui sono state ottenute le immagini». 

In questo caso, però, le indagini hanno portato all’individuazione di 11 adolescenti (tra gli 11 e i 14 anni). Quindi, per via dell’età, chi è sotto la soglia dei 14 anni non può essere imputato, mentre chi l’ha superata subirà una imputazione secondo il Codice dei minori. Ma c’è un aspetto per cui loro (e le rispettive famiglie) potrebbero pagare, ovvero quello relativo ai dati personali (in questo caso l’immagine) delle vittime utilizzati senza autorizzazione.

Solo sì es sì, la legge spagnola e il caso dei deepnude

In particolare, l’articolo 50 della normativa (la legge “solo sì es sì”) approvata lo scorso anno in Spagna, fa riferimento proprio alla fattispecie di reato e violazione emerso nella vicenda dei deepnude di Almendralejo, con particolare riferimento alla possibilità di intervento da parte dell’AEPD (Agencia Española de Protección de Datos, ovvero il Garante Privacy Spagnolo). Nello specifico, i commi 2 e 3 spiegano:

  • L’Agenzia spagnola per la protezione dei dati eserciterà le funzioni e i poteri che le corrispondono in conformità con quanto disposto dall’articolo 47 della Legge organica 3/2018, del 5 dicembre, sulla protezione dei dati personali e la garanzia dei diritti digitali, al fine di garantire una protezione specifica dei dati personali delle donne nei casi di violenza sessuale, soprattutto quando questa viene perpetuata attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
  • L’organo giurisdizionale competente può convenire, d’ufficio o su richiesta di una parte, che le udienze si svolgano a porte chiuse e che il procedimento sia riservato.

Dunque, la “ley del solo sì es sì” sottolinea come l’intervento dell’AEPD sia a prescindere dalla denuncia da parte delle oltre venti giovanissime vittime. E le sanzioni potranno coinvolgere anche gli “autori” di quelle fotografie deepnude, ma solamente coloro i quali hanno già compiuto 14 anni. La multa, per la violazione delle norme sulla protezione dei dati personali (il che non riguarda meramente il “deepfake”, ma l’utilizzo di immagini caricate in un sistema senza il consenso) può arrivare fino a 10mila euro, con le responsabilità che ricade sulla testa dei genitori (o di chi fa le loro veci), come previsto dall’articolo 173 del codice penale spagnolo.

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