Qual è la soglia che potrebbe causare una nuova chiusura della Lombardia

Le foto sui Navigli saranno anche dovute all’utilizzo di teleobiettivi che rendono la prospettiva più schiacciata, ma resta il fatto che un certo affollamento in uno dei quartieri più celebri di Milano e l’assenza di mascherine sono dati incontrovertibili. Del resto, se si eccettua il mancato utilizzo delle mascherine, era tutto ampiamente prevedibile visto l’allentamento delle misure restrittive con il dpcm del 26 aprile entrato in vigore il 4 maggio. Non è stato però un liberi tutti. E questo è dimostrato dal fatto che in Lombardia ci sono degli indici che permettono alle autorità locali di tornare sui propri passi e di richiudere nuovamente la regione. Una soglia chiusura Lombardia che si basa sui dati più rilevanti dell’epidemia di coronavirus.

LEGGI ANCHE > La folla sui Navigli a Milano all’ora dell’aperitivo (in molti senza mascherina)

Soglia chiusura Lombardia: i 500 contagi al giorno

Ci sono infatti alcuni aspetti da prendere in considerazione. Innanzitutto, il numero dei contagi giornalieri. Negli ultimi giorni, questi ultimi hanno sempre superato una soglia che, tra qualche giorno, verrà ritenuta fatidica. Si tratta dei 500 contagi al giorno: è questa il limite massimo consentito per una fase 2 con svolgimento regolare. Nell’ultima settimana questo numero è stato abbondantemente superato, ma c’è una spiegazione: sono stati fatti più tamponi anche a persone che lo avevano richiesto prima della fine del lockdown. Sono le famose liste d’attesa, che erano lunghissime nella fase acuta dell’emergenza e che, adesso, vengono faticosamente smaltite. Ma si tratta di contagi avvenuti molto tempo prima dell’avvio della fase 2 e, quindi, non indicativi.

Altri indici contribuiranno a gestire le eventuali limitazioni dei prossimi giorni: il numero delle persone che arriveranno in ospedale e nei pronto soccorso con problemi respiratori e, di conseguenza, il numero dei malati in terapia intensiva. Questi indicatori, infatti, riguardano l’immediato e non il pregresso. Un eventuale aumento delle persone in ospedale potrebbe mandare nuovamente in sofferenza il sistema sanitario regionale e rendere necessario un nuovo lockdown. I rischi ci sono, ma non mancherebbero le soluzioni. Una di queste sarebbe quella di fare più tamponi e più velocemente. Oltre, ovviamente, al tracciamento del contagio che però – pare dovremo rassegnarci – non potrà essere misurato prima della seconda metà di maggio.

Share this article