È la Svezia il Paese europeo in cui lo smart working la fa da padrone

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I Paesi nordici si dimostrano, ancora una volta, al vertice delle classifiche del lavoro agile

Quando si parla di questioni culturali (e non solo tecniche) dietro le difficoltà di avere un libero accesso al lavoro agile, occorre tenere a mente gli esempi che arrivano dall’estero. L’Italia, infatti, è sotto la media europea per quel che riguarda gli smart worker, in una classifica guidata dalla Svezia. I Paesi del Nord Europa, infatti, sono al vertice delle graduatorie che forniscono la fotografia dello stato dell’arte dello smart working in Europa. E, a sorpresa, ci sono Paesi come la Spagna che fanno peggio del nostro.



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La più recente ricerca sul tema è stata effettuata da Eurostat e fa riferimento ai dati del 2022. Non si parla esplicitamente di smart working, ma di utilizzo costante delle riunioni a distanza. Dunque, non possiamo parlare prettamente ed esclusivamente di lavoro agile, anche si possiamo sicuramente concentrarci su quel principio di lavoro a distanza utilizzando mezzi digitali per rimanere connesse e proseguire nella propria attività lavorative anche al di fuori delle stanze delle aziende.



Smart working in Europa, la Svezia è in testa

Stando a questa indagine europea, nel Vecchio Continente la media delle riunioni a distanza – nel 2022 – si attesta intorno al 50%. Quindi, un meeting (o call) su due si è svolta utilizzando strumenti digitali e da remoto (da parte di almeno uno dei partecipanti).



Come si evince da questo grafico, in testa c’è la Svezia dove l’80% (o giù di lì) delle riunioni vengono effettuate da remoto. Numeri simili a quelli raccolti in Finlandia, Danimarca e Norvegia. Sotto il 70%, pur sopra la media europea, troviamo Malta, Irlanda, Belgio, Paesi Bassi e Germania.

E l’Italia?

Andando a leggere i dati consolidati, fonte di questo grafico, l’Italia si trova al di sotto della media europea e non brilla per apertura culturale al principio dello smart working. Solamente il 44,3% delle riunioni avviene a distanza (o da remoto), una percentuale che ci pone alle spalle di Paesi come Slovenia ed Estonia. Dietro di noi troviamo Francia (ma siamo sullo stesso livello), Polonia, Croazia, Grecia e altri. I fanalini di coda, con dati che abbassano la media del Vecchio Continente, ci sono Ungheria e Bulgaria. E questo ultimo aspetto indica un’arretratezza nel comparto del lavoro agile in tutti i Paesi dell’Est Europa.