Pubblicano migliaia di “notizie” al giorno, centinaia e centinaia di contenuti sugli argomenti più disparati che vengono dati in pasto alla rete, cercando di raggiungere il maggior numero di utenti per poi passare all’incasso attraverso la monetizzazione pubblicitaria automatizzata (come quella di Google). Parliamo dei cosiddetti siti UAIN che, secondo le ultime analisi effettuate dagli esperti di NewsGuard sono in esponenziale aumento. Portali che “offrono” al lettore svariate tipologie di articoli che sembrano essere “giornalistici”, ma che – in realtà – sono generati completamente da strumenti di intelligenza artificiale non affidabili.
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Stando all’ultimo report di NewsGuard, molti dei siti UAIN sono foraggiati – inconsapevolmente – dai grandi marchi internazionali. Non per loro diretta responsabilità, ma per “colpa” dei grandi attori del mondo dell’adv online che (in modo automatizzato, come nel caso di Google AdSense) permettono l’inserimento di widget e banner pubblicitari all’interno di queste pagine. Dunque, innescando quel meccanismo di monetizzazione proporzionale in base al numero di visitatori su ogni singola pagina. Il tutto, ovviamente, va contro le policies stesse delle aziende del settore della pubblicità digitale.
Di cosa stiamo parlando? Si tratta di una dinamica online che si è innescata “grazie” al sempre più costante utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale generativa. Tecnologie basate su modelli di apprendimento automatico (come GPT – Generative Pre-trained Transformer) che sono, per definizione, inaffidabili. Basti pensare solamente al fatto che in alcuni casi si utilizzata ChatGPT che, come noto, è un chatbot i cui “aggiornamenti” sono fermi al 2021. Dunque, l’addestramento è fermo da due anni. Inoltre, questo sistema è inaffidabile e fallace, come dimostrato in diverse occasioni.
Ma cosa sono i siti UAIN? Partiamo dalla spiegazione di questo acronimo che sta per Unreliable Artificial Intelligence-Generated News (o Unreliable AI-Generated News): si tratta di notizie che sono generate attraverso strumenti di intelligenza artificiale non affidabili e pubblicate sui portali online. Spesso e volentieri parliamo non di “incidenti di percorso”, ma di una vera e propria strategia (rapida) per diffondere disinformazione e manipolare l’opinione pubblica attraverso contenuti falsi e ingannevoli. Ma c’è anche l’aspetto economico: in caso di “monetizzazione” – come segnalato da NewsGuard – molti di questi siti UAIN nascono proprio per intercettare gli introiti pubblicitari online. E la legge del mercato digitale insegna che – purtroppo – molto spesso gli utenti non si fermano alla qualità di un prodotto, ma alla quantità.
Il principio, dunque, sembra essere piuttosto chiaro: utilizzare l’AI per generare contenuti non fa altro che accelerare la “produzione” e, quindi, avere più contenuti per monetizzare. E il funzionamento è piuttosto semplice e snodabile in quattro punti fondamentali in questo processo:
Questo processo, dunque, è piuttosto semplice. E i numeri parlano chiaro. In un solo mese, infatti, gli esperti del team di NewsGuard ha visto crescere esponenzialmente il numero di siti UAIN presenti online: da 49 a 217.