Usa, Gb e Francia bombardano la Siria. Trump: «Missione compiuta». Putin: «È un’aggressione»

14/04/2018 di Redazione

«Ho ordinato all’esercito degli Stati Uniti di lanciare attacchi di precisione contro obiettivi associati al potenziale di armi chimiche del dittatore siriano Bashar al-Assad». È con queste parole che in nottata (circa le tre di notte in Italia, le 22 ora di Washington) il presidente americano Donald Trump, rivolgendosi alla nazione dalla Casa Bianca, ha annunciato bombardamenti in Siria, effettuati in stretto coordinamento con Francia e Regno Uniti. Negli attacchi sono stati totalmente distrutti tre obiettivi, tra i quali un centro di ricerca. I tre gli obiettivi specifici sono tutti associati con il potenziale di armi chimiche siriano. Si tratta precisamente di un centro di ricerca scientifica a Damasco, un sito di stoccaggio per armi chimiche a ovest di Homs e un importante posto di comando situato nei pressi del secondo obiettivo.

 

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(Foto Zumapress da archivio Ansa. Creedit: Ammar Safarjalani / Xinhua via ZUMA Wire)

 

L’operazione ha scatenato una dura reazione della Russia. Il presidente Vladimir Putin ha parlato di violazione del diritto internazionale e un atto di aggressione e un attacco chimico montato appositamente per condurre un raid. Il premier italiano Paolo Gentiloni invece di risposta «motivata all’uso di armi chimiche». Il capo del governo ha inoltre chiesto che l’azione contro le armi chimiche non diventi «l’inizio di un’escalation». L’Italia non ha fornito supporto al raid.

L’attacco di Usa, Francia e Gb in Siria «contro l’uso di armi chimiche»

Trump ha dunque sciolto le riserve e ha ordinato la rappresaglia, con Londra e Parigi, una settimana dopo l’attacco chimico alla città siriana di Douma. L’inquilino della Casa Bianca ha detto che gli attacchi hanno lo scopo di «stabilire un forte deterrente contro la produzione, la diffusione e l’uso di armi chimiche». Ha quindi indicato che gli attacchi continueranno fino a quando il regime siriano non cesserà di utilizzare armi chimiche. «Siamo pronti a sostenere questa risposta fino a quando il regime siriano non cesserà l’uso di agenti chimici proibiti», ha affermato il presidente americano. La risposta degli Stati Uniti dunque, come confermato anche da fonti dell’amministrazione Trump citate dai media, potrebbe proseguire. «Non è finita. Quella che avete visto stanotte non è la fine della risposta degli Stati Uniti», hanno riferito. Le fonti dell’amministrazione Usa hanno anche precisato il piano messo a punto dal Pentagono «prevede molta flessibilità che permette di procedere a ulteriori bombardamenti sulla base di quello che è stato colpito stanotte». La più grande preoccupazione sarebbe rappresentata dall’accresciuta capacità della Russia in termini di difese antimissili e antiaerea.

 

 

 

Il presidente Usa Trump: «Operazione contro barbarie e brutalità»

Il presidente americano nel suo messaggio alla nazione ha parlato di uno sforzo alleato contro «barbarie e brutalità» grazie all’«operazione congiunta» con Regno Unito e Francia. «Oggi le nazioni di Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti hanno condotto il loro legittimo potere contro barbarie e brutalità», sono state le sue parole. Trump ha definito l’uso di gas chimici in Siria un «atto spregevole» qualificandolo come «crimini di un mostro». E ha anche puntato il dito contro Russia e Iran. «All’Iran e alla Russia – ha affermato – chiedo: quale tipo di nazione vuole essere associata all’omicidio di massa di uomini innocenti, donne e bambini?». Poi ha proseguito: «La Russia deve decidere se continuare lungo questo sentiero buio o se si unirà alle nazioni civilizzate quale forza di stabilità e pace. Magari un giorno andremo d’accordo con la Russia, e forse perfino l’Iran, ma forse no».

Più tardi su Twitter Trump ha parlato di «attacco perfettamente eseguito la notte scorsa», «Grazie alla Francia e alla Gran Bretagna per la loro saggezza e le capacità dei loro eserciti», ha scritto il presidente Usa. «Non ci poteva essere risultato migliore. Missione compiuta!», ha concluso il presidente americano che sotto il tweet pubblica il video del suo annuncio alla nazione dei raid in Siria.

 

 

E poi, congratulandosi per i raid: «Sono così orgoglioso delle nostre forze armate che, presto, dopo aver speso miliardi di dollari totalmente approvati, saranno le migliori di sempre». «Non ci sarà nulla o nessuno lontanamente vicino» alle forze armate americane, ha aggiunto.

 

 

L’attacco con missili

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, una ong vicina all’opposizione con base in Gran Bretagna, un’elevata percentuale di missili lanciati stanotte da Usa, Regno Unito e Francia su obiettivi in Siria è stata intercettata. Sarebbero stati intercettati almeno 65 missili, secondo le stime dell’ong, sono stati quelli distrutti dalla contraerea di Damasco. Mosca in precedenza ne aveva contati 71. L’Osservatorio fa riferimento a «piu’ di 65 missili intercettati» e precisa che le installazioni prese di mira sarebbero in totale almeno cinque: due centri di ricerca a Jamraya e a Barzeh, a nord della capitale Damasco; depositi bellici della quarta divisione della Guardia Repubblica siriana nella base aerea di Mezzeh; depositi nell’area di Kiswah, a sud di Damasco; e infine un centro di ricerca nei dintorni di Homs dove gli occidentali sospettano fossero state nascoste armi chimiche.

Usa, Francia e Gran Bretagna avrebbero utilizzato soprattutto missili da crociera, lanciati da unità navali o sommergibili.

La premier britannica May: «Non è un cambio di regime, attacco legale e giusto»

«Ho ordinato alle forze britanniche di condurre attacchi coordinati e mirati per ridurre il potenziale dell’armamento chimico del regime siriano e dissuaderne l’uso», ha dichiarato nella notte la premier britannica Theresa May, in una nota diffusa da Downing Street nella quale si precisa che l’azione militare è realizzata con «gli alleati americani e francesi». Theresa May, nel messaggio, ha precisato che non si tratta di «un intervento nella guerra civile siriana». L’obiettivo, ha affermato, «non è un cambio di regime», insistendo sul concetto di azioni «mirate» contro l’arsenale di armi chimiche attribuito alle forze del presidente siriano Bashar al-Assad. Azioni per dissuadere «il regime» dal farne uso e ammonire che non ci può essere «impunità» al riguardo, ha concluso la premier nel comunicato.

 

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(Foto Zumapress da archivio Ansa. Creedit: Ammar Safarjalani / Xinhua via ZUMA Wire)

 

A poche ore dal raid, poi, May ha definito «legale e giusto» l’attacco, giustificandolo sulla base dei «precedenti del regime siriano nell’uso di armi chimiche». La premier conservatrice ha detto, in linea con quanto detto da Trump nel suo intervento alla nazione dalla Casa Bianca, che l’azione mira a «dissuadere dal barbaro uso delle armi chimiche in Siria e oltre». May ha dunque indirettamente legato l’attacco al caso dell’avvelenamento a Salisbury dell’ex spia russa e di sua figlia, lanciando un monito a Mosca. «L’uso recente di un agente nervino nelle strade del Regno Unito è parte di uno stesso cammino», ha detto, e i bombardamenti sulla Siria «manderanno anche un chiaro segale a chiunque creda di poter usare armi chimiche con impunità».

Il presidente francese Macron: «Sulle armi chimiche nessun dubbio»

Il presidente francese Emmanuel Macron, poi, con un comunicato dell’Eliseo, ha annunciato che «la linea rossa fissata dalla Francia nel maggio 2017 è stata oltrepassata». «Ho dato quindi ordine alle forze armate – ha proseguito – di intervenire questa notte nel quadro di un’operazione internazionale condotta in coalizione con gli Stati Uniti d’America e la Gran Bretagna, diretta contro l’arsenale chimico clandestino del regime siriano». L’Eliseo ha fatto sapere: «Sabato 7 aprile 2018, a Douma, decine di uomini, donne e bambini sono stati massacrati con armi chimiche in totale violazione del diritto internazionale e delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite». E ancora, ha precisato il comunicato francese: «Non c’è alcun dubbio sui fatti e sulla responsabilità del regime siriano». «La nostra risposta è stata circoscritta alle capacità del regime siriano che consentono la produzione e l’impiego di armi chimiche». Più tardi il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian, intervistato da BFM-TV, ha detto che sull’attacco chimico in Siria «non c’è alcun dubbio. «L’analisi – ha aggiunto – permetterà di identificare il tipo di gas utilizzati».

Il capo del Pentagono: «Sforzi per evitare vittime civili»

Il capo del Pentagono James Mattis ha sottolineato lo sforzo di evitare vittime civili nell’attacco contro la Siria. Rispondendo a domande di giornalisti ha affermato che per il momento quello lanciato in Siria è un attacco. «Crediamo mandi un messaggio forte», ha quindi affermato sottolineando che sta ora al presidente siriano decidere. Mattis ha precisato che «questa ondata di attacchi aerei è conclusa». Il capo del Pentagono ha fatto sapere che l’attacco contro il potenziale siriano di armi chimiche è stato proporzionato ma pesante, sottolineando tuttavia che ha mirato specificatamente al potenziale di armi chimiche siriano. «Lo scorso anno il regime di Assad non ha compreso bene», ha detto riferendosi alla precedente attacco militare Usa in Siria. «Questa volta abbiamo colpito in maniera più dura insieme ai nostri alleati e ai suoi generali assassini. Se dovessero perpetrare un altro attacco con armi chimiche dovranno rispondere ancora di più alle loro responsabilità».

La Nato e il sostegno all’attacco di Usa, Francia e Gb

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in una nota ha fatto sapere che l’Alleanza sostiene l’attacco di Usa, Gran Bretagna e Francia. L’azione di stanotte, ha detto, «ridurrà la capacità del regime di condurre ulteriori attacchi contro il popolo siriano con armi chimiche». Stoltenberg ha ribadito come sia «inaccettabile» l’utilizzo dei gas.

La risposta di Putin: «Attacco chimico montato, operazione Usa atto di aggressione»

Una prima risposta di Mosca, che è stretta alleata di Damasco, non si è fatta attendere. Dopo l’annuncio della fine della prima ondata di raid e di bombardamenti l’ambasciatore russo a Washington Anatoly Antonov ha dichiarato: «Le azioni degli Usa e dei loro alleati non resteranno senza conseguenze». Più tardi il ministero della Difesa russo ha affermato che gli Stati Uniti, Francia e Gb in Siria hanno lanciato più di 100 missili da crociera e aria-terra su obiettivi militari e civili e che molti missili sono stati intercettati e abbattuti «Oltre 100 missili da crociera e missili aria-terra sono stati lanciati contro obiettivi militari e civili in Siria da navi statunitensi, britanniche e francesi», sono state le sue parole. Secondo il ministro un numero «considerevole» dei missili lanciati è stato «intercettato e abbattuto» dai sistemi di «difesa siriani».

Poi è arrivata una dichiarazione del presidente Vladimir Putin, citato dalla Tass: la Russia, ha detto, condanna fortemente l’attacco in Siria e ha intenzione di chiedere una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu per discutere il raid della coalizione occidentale. Putin ha detto che l’attacco occidentale senza un mandato delle Nazioni Unite è una violazione del diritto internazionale e un atto di aggressione. «La Russia sta chiedendo una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu per discutere le azioni aggressive degli Usa e dei suoi alleati», ha dichiarato. «La Russia – ha proseguito – condanna nel modo più serio l’attacco in Siria, dove i militari russi stanno aiutando il governo legittimo a combattere il terrorismo».

Secondo Putin gli americani hanno usato un attacco chimico montato per condurre un raid in Siria. «Ancora una volta – ha dichiarato – proprio come un anno fa, quando gli Usa attaccarono la base siriana di Shayrat, un attacco chimico costruito contro i civili è stato usato come pretesto, questa volta a Duma, un sobborgo di Damasco». Putin ha poi ribadito che gli esperti militari russi non hanno trovato tracce di cloro o altri agenti chimici nella zona del presunto attacco con armi chimiche.

Molti osservatori ritengono comunque che gli obiettivi da colpire siano stati condivisi con Mosca, non fosse altro che per evitare incidenti e non colpire personale o postazioni russe in Siria.

L’ayatollah Ali Khamenei: «Trump, Macron e May criminali»

Ma ha parlato di «conseguenze» anche il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Bahram Ghasemi, citato da alcuni media americani. «Gli Stati Uniti e i loro alleati – ha affermato – non hanno prove sull’attacco chimico in Siria e sono responsabili per le conseguenze regionali che seguiranno all’attacco deciso senza aspettare che prendessero una posizione gli ispettori dell’Opac». Nettamente più dura è sata la guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, ha definito Trump, Macron e May «criminali». «L’attacco di stamane sulla Siria – si legge nel tweet di Khamenei – è un crimine. Dichiaro fermamente che i presidenti degli Stati Uniti, di Francia e Gran Bretagna hanno commesso un grave crimine. Non otterranno alcun beneficio; proprio come non hanno fatto in Iraq, in Siria e in Afghanistan, negli ultimi anni, commettendo gli stessi atti criminali».

Non è tardata ad arrivare nemmeno una prima reazione di Damasco, che è sembrata tesa a sminuire i risultati dell’operazione di Usa e alleati. Come riportato dalla Reuters fonti del regime di Assad hanno affermato che contro la Siria «sono stati lanciati circa 30 missili, un terzo dei quali sono stati abbattuti».

Gentiloni: «Una risposta motivata all’uso di armi chimiche, no a un inizio di escalation»

Per quanto riguarda l’Italia, sull’attacco di Usa, Francia e Gran Bretagna in Siria in mattinata è intervenuto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. A Palazzo Chigi il capo del governo ha dichiarato che l’azione di questa notte è stata una risposta «motivata all’uso di armi chimiche». «L’azione circoscritta, mirata a colpire» le armi chimiche – ha spiegato il premier – «non può e non deve essere l’inizio di un’escalation. Questo è quanto l’Italia ha ribadito nei giorni scorsi e continuerà a ribadire». E ancora: «L’Italia non ha partecipato» all’attacco e «il supporto logistico che forniamo agli Stati Uniti, in questo caso particolare abbiamo insistito e chiarito che non poteva in alcun modo tradursi nel fatto che dal territorio italiano partissero azioni direttamente mirate a colpire la Siria». «Non è il momento dell’escalation, è il momento di mettere al bando le armi chimiche, della diplomazia e del lavoro per dare stabilità e pluralismo alla Siria dopo sette anni di un conflitto tormentato e terribile».

Gentiloni ha definito le armi chimiche «non degne della nostra civiltà». «Purtroppo – ha detto – non è la prima volta che si usano armi chimiche da parte del regime siriano in questi anni di conflitto. A un secolo dalla fine della prima guerra mondiale non possiamo rassegnarci all’idea che le armi chimiche tornino a essere utilizzate nei conflitti del nostro tempo: sono proibite da tutte le leggi e le convenzioni internazionali, le conseguenze umanitarie sulle vittime civili di queste armi atroci sono inaccettabili, non sono degne della nostra civiltà, le abbiamo viste di nuovo in questi giorni e non le possiamo più tollerare». «Credo che questo impegni l’intera comunità internazionale a moltiplicare gli sforzi per impedire e prevenire l’utilizzo di armi chimiche». Gentiloni in mattinata sulla crisi siriana si è consultato anche con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nel corso di una telefonata hanno fatto il punto della situazione.

Pd: «Sostenere azioni Ue e Onu»

L’attacco ha generato reazioni molto diverse tra gli esponenti politici italiani. Il segretario reggente del Pd Maurizio Martina e il responsabile Esteri dei Dem Piero Fassino, in una nota congiunta hanno dichiarato: «In queste ore di tensione e di grande ansia è necessario rilanciare il massimo impegno politico e diplomatico per bandire l’uso criminale di armi chimiche, fermare le violenze e restituire la parola al negoziato come unica strada per mettere fine al dramma che la Siria vive da sette anni», «Sosteniamo la posizione assunta dal Governo e dal Presidente Gentiloni e ogni iniziativa intrapresa dall’Unione Europea e dall’Onu».

 

 

Salvini: «Pazzesco, fermatevi», «I missili aiutano i terroristi islamici»

Il leader della Lega Matteo Salvini, intanto,  su Twitter ha aspramente e nettamente criticato l’operazione di Usa, Francia e Gb: «Stanno ancora cercando le ‘armi chimiche’ di Saddam, stiamo ancora pagando per la folle guerra in Libia, e qualcuno col grilletto facile insiste coi ‘missili intelligenti’, aiutando per altro i terroristi islamici quasi sconfitti. Pazzesco, fermatevi». Più tardi, in una diretta Facebook il segretario del Carroccio è stato più chiaro: «Ora aiutare i terroristi islamici che sono in rotta e in fuga dal territorio islamico è una follia e i missili danno un aiuto ai terroristi islamici. Abbiamo pagato troppo sangue: chi porta ulteriore guerra e confusione in Siria, li aiuta». E ancora: «Le armi chimiche sono una bestialità non concepibile ma voglio capire di chi sono, dove sono e da chi vengono usate. Mi sembra strano che uno che sta vincendo la guerra debba usare le armi chimiche». E poi: «C’e’ qualcuno che davvero pensa che le due spie russe siano state avvelenate a Londra? Suvvia…», aggiunge.

 

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L’uscita di Salvini è stata bocciata dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi: «In queste situazioni è meglio non pensare e non dire nulla». «Trump ha voluto avere al suo fianco la Francia e il Regno Unito, questo vuol dire che dovremmo con sollecitudine avere un nostro governo. Questa crisi deve accelerare la sua formazione», ha detto l’ex premier.

Le polemiche negli Usa contro Trump per l’attacco senza autorizzazione del Congresso

L’attacco degli Usa ha generato anche polemiche interne negli Stati Uniti. La decisione di Trump di attaccare è infatti arrivata senza ottenere prima un’autorizzazione del Congresso. Anche alcuni deputati repubblicani si sono uniti al coro dei democratici, guidati dalla leader della minoranza alla Camera Nancy Pelosi, nel criticare il presidente che avrebbe violato la costituzione. Il senatore democratico Bob Casey ha commentato: «Mentre Assad deve essere ritenuto responsabile per l’uso illegale di armi chimiche contro i civili, i bombardamenti che sono stati portati a termine senza il benestare del Congresso sono inaccettabili». Casey ha spiegato che la costituzione Usa non prevede che il presidente abbia l’autorità di decidere da solo un attacco militare. Secondo quanto riportano fonti del dipartimento di Stato, il segretario di Stato facente funzioni John Sullivan ha informato dell’attacco diversi membri del Congresso quando i bombardamenti di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna in Siria erano già cominciati.

Il segretario generale Onu: «Evitare l’escalation»

Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha lanciato un appello «alla moderazione e alla responsabilità» definendo la situazione venutasi a creare con l’attacco in Siria «molto pericolosa». «Bisogna evitare azioni che possano provocare un’escalation e peggiorare le sofferenze della popolazione siriana», ha affermato il leader del Palazzo di vetro chiedendo unità ai Paesi del Consiglio di sicurezza.

(Foto di copertina Zumapress da archivio Ansa. Credit: Ammar Safarjalani / Xinhua via ZUMA Wire)

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