Caso Siri, Arata intercettato: «Mettiamo le mani sul dl rinnovabili, l’ho fatto bloccare»

22/07/2019 di Enzo Boldi

Il quadro che si sta palesando agli occhi degli inquirenti sembra non lasciare più molti dubbi sui contatti tra il leghista ed ex sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Armando Siri, e il faccendiere genovese Paolo Arata. Le ultime intercettazioni, rese pubbliche dall’informativa della Dia di Trapani, mostrano contatti che sembrano andare di pari passo con la dichiarazione di Vito Nicastri (e di suo figlio) su una promessa da 30mila euro riservata proprio a Siri.

Ma partiamo dallo scambio di battute intercettato tra Paolo Arata e suo figlio Francesco nel maggio 2018: «Ci mettiamo mano al 100% al decreto sulle rinnovabili, l’ho fatto bloccare. Quindi dobbiamo lavorarci un po’ bene anche sul fotovoltaico. Datemi qualche idea di cosa volete che venga messo dentro. E facciamo mettere quello che vogliamo. Facciamo approvare subito nel giro di un mese e lo mandiamo via». Così si rivolgeva poco più di un anno fa parlando con il figlio, anche lui coinvolto nelle indagini per corruzione.

Paolo Arata e le mani sul dl rinnovabili

Nell’informativa della Dia di Trapani si va ancora più nel dettagli dei rapporti tessiti dall’imprenditore indagato per corruzione, che era «forte della provata disponibilità di Armando Siri, che gli aveva consentito di bloccare il cosiddetto ‘decreto Calenda’ e fiducioso nel fatto che lo stesso senatore avrebbe a breve ricoperto un rilevante incarico di governo, diceva al figlio che grazie a Siri, appunto, avrebbero avuto la possibilità di far inserire nel prossimo decreto sulle rinnovabili norme di favore rispetto ai loro investimenti siciliani in quel settore come detto condivisi con il noto Vito Nicastri».

Il lavoro di Arata per far entrare Siri nella squadra di governo

Secondo gli stessi inquirenti, fu proprio Arata a spingere affinché il Biometano fosse inserito nel contratto di governo poi firmato da Salvini e Di Maio, sancendo un patto scritto per creare la maggioranza politica in Italia. E per farlo, gli inquirenti hanno stretto il cerchio attorno a una convinzione che sembra essere sostenuta dalle intercettazioni e da alcune confessioni: «Nei giorni precedenti alla formazione dell’attuale governo, Paolo Arata si prodigava, su richiesta esplicita di Armando Siri, affinché quest’ultimo ottenesse un importante incarico».

(foto di copertina: ANSA/ YOUTUBE + ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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