La partita del sindacato Amazon si sposta nel Regno Unito

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Nel Regno Unito il sindacato Union chiede ad Amazon di sottoscrivere una dichiarazione «che garantisce ai lavoratori la libertà di parlare e di aderire ai sindacati senza timore di ritorsioni»

Di Amazon sappiamo bene che ha aumentato esponenzialmente il suo fatturato nel 2020 e che, nello stesso anno, sono cominciate le proteste in vari paesi da parte dei dipendenti per le condizioni di lavoro e per l’impatto ambientale dell’azienda. Stati Uniti, Italia, Germania e ora anche Regno Unito e Irlanda. In particolare in questi paesi si è mosso Unite the Union – più comunemente noto come Union -, sindacato britannico e irlandese nato nel 2007 che ha non solo esplicitamente difeso i lavoratori che vogliono creare un sindacato Amazon ma li ha anche incoraggiati a farlo «senza paura».



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L’idea del sindacato Amazon Regno Unito e Irlanda

Non c’è ancora nessun magazzino Amazon sindacalizzato nel Regno Unito ma, secondo la legge, i lavoratori potrebbero crearne uno. Questo l’invito di Unite, che segnala come anche tra Regno Unito e Irlanda Amazon abbia spesso cercato di sopprimere le organizzazioni sindacali sul nascere. Dopo che la creazione del primo sindacato Amazon non è andata in porto in Alabama, le acque sembrano muoversi da questa parte dell’oceano. In Alabama alla fine dei conti non se n’è più fatto nulla. Secondo Amazon è perché il sindacato non rappresentava il punto di vista della maggior parte del personale, secondo il sindacato RWDSU il colosso avrebbe interferito illegalmente con il voto e mentito sulle riunioni obbligatorie qualora questo sindacato fosse venuto alla luce.



La richiesta di una «dichiarazione di neutralità»

Unite ha espressamente chiesto a Amazon di firmare una «dichiarazione di neutralità», ovvero un documento che garantisca ai lavoratori britannici e irlandesi la possibilità di organizzarsi liberamente senza essere ostacolati. Visti gli ostacoli individuati in altri paesi – dagli Stati Uniti alla Spagna – ogni qualvolta si è provato ad agire in tal senso, Sharon Graham – funzionario esecutivo di Unite – ha scritto una lettera a Jeff Bezos: «Anche se ci sono dei nostri membri in Amazon, i lavoratori della tua azienda non sono attualmente liberi di aderire a un sindacato senza paura e senza che vengano schierati ostacoli e propaganda contro di loro. Vi chiedo quindi di sottoscrivere e rispettare la dichiarazione allegata, che garantisce ai lavoratori britannici e irlandesi la libertà di parlare e di aderire ai sindacati senza timore di ritorsioni».

Amazon ha dichiarato alla BBC che rispetta il diritto dei propri lavoratori di «aderire, formare o non aderire a un sindacato» secondo loro scelta. Staremo a vedere se e cosa Jeff Bezos risponderà alla lettera di Union.