Cosa sono i sindacati
23/01/2019 di Donato De Sena
I sindacati sono le associazioni che rappresentano i lavoratori o i datori di lavoro, gli enti che rappresentano le parti in un rapporto di lavoro allo scopo di tutelarne gli interessi. I sindacati si offrono di difendere i dipendenti anche guidando le vertenze in aziende private o nel settore pubblico, si occupano della contrattazione collettiva con il governo, organizzano proteste e scioperi per ottenere un miglioramento delle condizioni lavorative o il rispetto di diritti violati.
Sindacati, cosa sono
L’articolo 39 della Costituzione stabilisce quali sono in Italia e diritti e obblighi attribuiti ai sindacati. «L’organizzazione sindacale – si legge – è libera. Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge. È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica. I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce». La legge 300 del 1970 poi, nota come Statuto dei lavoratori, una delle principali normative in tema di diritto del lavoro, sull’accesso alle tutele dell’attività sindacale stabilisce, all’articolo 19, che «le rappresentanze sindacali aziendali possono essere costituite ad iniziativa dei lavoratori in ogni unità produttiva», nell’ambito «delle associazioni sindacali che siano firmatarie di contratti collettivi di lavoro applicati nell’unità produttiva».
La nascita
Le prime forme di sindacato nacquero nella prima metà del 19esimo secolo in Gran Bretagna. Le ‘trade unions‘ furono le prime associazioni di lavoratori, che avevano l’obiettivo di ottenere migliori condizioni per i lavoratori delle fabbriche dopo la rivoluzione industriale. La nascita dei sindacati nazionali di mestiere è datata 1824. Nei decenni successivi prese poi corpo anche un organo di coordinamento delle diverse organizzazioni sindacali, il ‘Trades Union Congress‘, ‘Tuc’, la confederazione che unisce i sindacati del Regno Unito. Fu fondata nel 1868. Negli anni successivi simili organizzazioni si diffusero anche in altri paesi europei, come Belgio, Austria, Spagna, Francia e Germania. Nei primi anni del ‘900 sorse poi, con sede ad Amsterdam, la Federazione Internazionale Sindacale, alla quale aderirono sindacati inglesi, francesi e americani.
Il sindacalismo si è manifestato con tempi e modi diversi nelle diverse regioni, sulla base delle diverse situazioni politiche ed economiche e anche per diverse relazioni stabilite con i partiti politici operai. Per quanto riguarda l’Italia e le sue prime forme sindacali, intorno al 1880, anni di crisi sociale nelle campagne e di sviluppo dell’industrializzazione, sorsero leghe di miglioramento e di resistenza, organismi costituiti da lavoratori manuali per difendersi dalle azioni unilaterali dei padroni su salario, orario e condizioni di lavoro. Negli anni 1890 invece si svilupparono le Camere del lavoro, che si trasformarono man mano in organismi di rappresentanza sindacale di tutto il movimento dei lavoratori in un determinato territorio. A inizio ‘900 poi le Camere del lavoro, al fine di superare i contrasti, diedero vita al Segretariato centrale della resistenza. Nel 1906 nacque la Confederazione Generale del Lavoro.
Cosa fanno
Quando si parla di sindacati, come detto, ci si può riferire sia ad organizzazioni che difendono gli interessi dei lavoratori che a quelle che tutelano le imprese. Ma solitamente si indica un’associazione che tutela i subordinati. I principali in Italia sono i sindacati confederali, che hanno un maggior numero di iscritti e vantano una maggiore tradizione storica, si propongono come rappresentativi di tutte le componenti lavorative: CGIL, Confederazione Generale Italiana del Lavoro, CISL, Confederazione Italiana Sindacati Liberi, e UIL, Unione Italiana del Lavoro.
Uno dei compiti principali dei sindacati è innanzitutto quella di controllare che aziende e datori di lavoro in genere rispettino le norme sui diritti dei. Poi devono rappresentare gli interessi collettivi dei lavoratori in ogni sede vengano assunte decisioni rilevanti per i lavoratori stessi. Forniscono ai propri iscritti informazioni, consulenza e supporto negli adempimenti burocratici, fiscali o di altro tipo.
Tra le attività più importanti c’è sicuramente la contrattazione collettiva, che è uno dei principali strumenti per regolare i rapporti di lavoro. I contratti collettivi di lavoro infatti indicano i parametri e le regole che dovranno essere rispettati dai contratti di lavoro individuali. Come indicato dalla Costituzione il contratto collettivo ha effetto per tutti gli appartenenti alla categoria alla quale si riferisce e ha efficacia di norma giuridica. Lo sciopero è invece il principale strumento di protesta cui ricorrono i sindacati per rafforzare la posizione dei lavoratori, facendo pressione sul datore. L’articolo 40 della Costituzione recita: «l diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano». A regolare il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali è la legge 143 del 1990.
(Foto da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / ALESSANDRO DI MARCO)