Sette mesi senza Silvia Romano. Spunta l’ipotesi di rapimento dopo una denuncia per molestie su minori

21/06/2019 di Enzo Boldi

Sulle sorti di Silvia Romano la Farnesina continua a mantenere lo stretto riserbo. La giovane cooperante italiane è sparita il 20 novembre scorso (sette mesi fa) a Chakama in Kenya, dove era volontaria in un centro che accoglie minori in difficoltà. Da quel giorno – a parte il tam tam delle prime ore – si è saputo poco e nulla delle indagini coordinate dalla polizia keniana e osservate dal nostro ministero degli Esteri. Ora, però, l’inchiesta de Il Fatto Quotidiano, firmata dall’inviato Massimo A. Alberizzi, svela una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti: Silvia Romano potrebbe esser stata rapita per vendetta.

La giovane cooperante italiana, infatti, qualche giorno prima del suo rapimento, si era recata insieme ad altri due volontari nella centrale di polizia di Chakama. Era andata dalle forze dell’ordine per denunciare un uomo che avrebbe avuto degli atteggiamenti equivoci nei confronti di alcune bambine ospiti del centro per il quale collaborava. L’uomo in questione sarebbe un pastore anglicano, Francis Kalama di Marafa. La denuncia, secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, non ha portato a nulla, nonostante un messaggio Whatsapp della stessa Silvia Romano che, dopo la visita alle forze dell’ordine, diceva di aver avuto rassicurazioni affinché tutto venga risolto con l’arresto dell’accusato e i test medici sulle bambine.

Sette mesi senza Silvia Romano

La polizia, nel corso di questi mesi, ha arrestato tre persone per il rapimento di Silvia Romano: si tratta dei tre presunti esecutori materiali del sequestro. Nulla, invece, si sa dei mandanti. La ricostruzione de Il Fatto Quotidiano, attribuirebbe a questa denuncia (e non solo) la vendetta trasversale nei confronti della giovane cooperante italiana. Durante il suo percorso umanitario in Kenya, inoltre, Silvia Romano entrò in contatto anche con il connazionale Davide Ciarrapica, 31enne che gestisce un centro per bambini a Likoni, un villaggio a poca distanza da Mombasa.

La raccolta fondi, la denuncia e il rapimento

Per la sua organizzazione Silvia Romano rientrò anche in Italia nel mese di ottobre per organizzare una raccolta fondi per la Hopes Dreams Rescue Sponsorship Centre. Poi tornò in Kenya e da lì, come riporta Il Fatto Quotidiano, iniziano ad arrivare le denunce fatte da Silvia Romano per alcune violenze sui minori. Dopo sette mesi, però, ancora c’è una densa nube di fumo sul destino della nostra connazionale. Le autorità keniane e la Farnesina non forniscono altre informazioni. In attesa di una buona notizia.

(foto di copertina: da profilo Facebook di Silvia Romano)

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