SIAE e Meta hanno interrotto i loro rapporti: ora che succede?

Il colpo di scena è arrivato nella giornata di ieri. Ci sono margini di trattativa?

17/03/2023 di Enzo Boldi

Un balletto di accuse, con un epilogo – forse temporaneo – che ha lasciato di stucco moltissimi utenti che amano condividere i propri momenti sui social (Instagram e Facebook, nel caso specifico) accompagnati con la musica più adatta alla situazione o con quella del proprio cantante preferito. La tempesta perfetta si è consumata nella giornata di giovedì 16 marzo, ma ha origini a cavallo tra il 2022 e il 2023, quando sono iniziate le interlocuzioni tra SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) e Meta, la holding guidata da Mark Zuckerberg. Si doveva rinnovare quell’accordo sui diritti musicali, ovvero la possibilità di vedere riconosciute le royalties agli artisti per i brani utilizzati dagli utenti sulle piattaforme. Ma tutto è saltato.

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Da ieri pomeriggio, dunque, su Facebook e Instagram non è più possibile utilizzare quei brani che sono sotto l’egida (per quel che concerne il diritto d’autore) della Società Italiana Autori ed Editori (anche se, in realtà, questa mattina sembrano esserci dei problemi, in Italia, anche con i brani stranieri). Sono, di fatto, spariti dal catalogo delle canzoni utilizzabili per “accompagnare” reels e stories su Instagram (ma anche i post a cui, da novembre, è stata aggiunta una musica di sottofondo). Stesso destino per i reels su Facebook.

SIAE-Meta interrompono il rapporto, ora che succede?

Il monografico di Giornalettismo di oggi, dunque, andrà a scavare all’interno dei dettagli del mancato accordo per il rinnovo di licenza SIAE-Meta, approfondendo anche gli aspetti tecnici – come la cancellazione delle tracce audio integrali nei reels su Instagram e Facebook, compreso il voice-over – e le possibili conseguenze sul mercato della musica, oltre ai riflessi sull’universo degli influencer e creator. Prima di tutto, però, occorre mettere a confronto le due diverse dichiarazioni rilasciate da SIAE e Meta nel corso delle ultime ore. Ecco la posizione della Società Italiana Autori ed Editori:

«La decisione unilaterale di Meta di escludere il repertorio SIAE dalla propria library lascia sconcertati gli autori ed editori italiani. A SIAE viene richiesto di accettare una proposta unilaterale di Meta prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell’effettivo valore del repertorio. Tale posizione, unitamente al rifiuto da parte di Meta di condividere le informazioni rilevanti ai fini di un accordo equo, è evidentemente in contrasto con i principi sanciti dalla Direttiva Copyright per la quale gli autori e gli editori di tutta Europa si sono fortemente battuti.
Colpisce questa decisione, considerata la negoziazione in corso, e comunque la piena disponibilità di SIAE a sottoscrivere a condizioni trasparenti la licenza per il corretto utilizzo dei contenuti tutelati. Tale apertura è dimostrata dal fatto che SIAE ha continuato a cercare un accordo con Meta in buona fede, nonostante la piattaforma sia priva di una licenza a partire dal 1 gennaio 2023. SIAE non accetterà imposizioni da un soggetto che sfrutta la sua posizione di forza per ottenere risparmi a danno dell’industria creativa italiana». 

Dunque, SIAE sostiene che la decisione di non rinnovare il contratto di licenza (scaduto lo scorso 1 gennaio) sia stata presa unilateralmente da Meta. In che modo? La holding di Menlo Park si sarebbe rifiutata di condividere – in fase di contrattazione – con la Società che fino a qualche tempo fa deteneva il monopolio dei diritti musicali in Italia, alcuni dati fondamentali per poter ottenere un “compenso equo”, andando a infrangere la Direttiva Copyright.

La posizione di Menlo Park

Dall’altra parte, invece, c’è la replica da parte di Meta che sostiene di aver trovato ostacoli di questo tipo solamente con SIAE, mentre con altri Paesi le trattative sarebbero andate a gonfie vele per il rinnovo delle licenze di utilizzo della musica sulle piattaforme:

«Purtroppo non siamo riusciti a rinnovare il nostro accordo di licenza con Siae. La tutela dei diritti d’autore di compositori e artisti è per noi una priorità assoluta e per questo motivo, a partire da oggi, avvieremo la procedura per rimuovere i brani del repertorio Siae all’interno della nostra libreria musicale. Crediamo che sia un valore per l’intera industria musicale permettere alle persone di condividere e connettersi sulle nostre piattaforme utilizzando la musica che amano. Abbiamo accordi di licenza in oltre 150 Paesi nel mondo e continueremo a impegnarci per raggiungere un accordo con Siae che soddisfi tutte le parti».

A fare da corredo a tutto ciò sono arrivate anche le parole del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: «I colossi transnazionali devono rispettare l’identità e la sovranità legislativa degli Stati ma soprattutto il lavoro di ingegno delle persone, che è una delle più alte espressioni della umanità e della cultura di una Nazione. Dobbiamo difendere le opere di ingegno degli autori italiani». E ora, cosa succederà? Non si può prevedere con certezza quali saranno le prossime mosse, ma probabilmente questo braccio di ferro è solamente all’inizio e il tavolo della trattativa potrebbe non essere chiuso.

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