Sgarbi dice che Conte è «una criptochecca che meriterebbe la tortura» e i giornalisti da Porro ridono

L'episodio andato in onda durante la puntata di Quarta Repubblica

29/12/2020 di Redazione

Ultima puntata dell’anno a Quarta Repubblica, tempo di pagelle. Ovviamente, il conduttore e giornalista Nicola Porro non può esimersi da richiedere un voto per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, indubbiamente protagonista in questo 2020 caratterizzato dalla pandemia da coronavirus e dalla risposta dei singoli stati all’emergenza. La frase più violenta, come spesso accade, arriva da Vittorio Sgarbi che, addirittura, parla di possibile tortura a Conte e lo definisce criptochecca. Nella televisione dai toni sempre più alti, però, tutto questo sembra persino andare bene e le telecamere dello studio rivelano addirittura i sorrisi degli altri giornalisti ospiti della trasmissione di approfondimento di Mediaset.

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Sgarbi e la tortura a Conte, la frase da Nicola Porro

«Sulla pochette non c’è dubbio – dice Sgarbi (il momento esatto del video è intorno a 1h 32′) – che è impeccabile, perché il Galateo consiglia il colore bianco. Oltre la pochette non c’è nulla. Le sue decisioni sono prive di ogni dignità umana, sono incostituzionali, spero che venga condannato all’ergastolo e che venga giudicato senza alcuna pietà. Meriterebbe la tortura se in Italia esistesse, per il resto, per quello che io penso, è una criptochecca totale e fa coppia perfetta con la velina Casalina».

Se il sorriso dopo la battuta sulla pochette ci può pure stare, la gestione della seconda parte della dichiarazione di Sgarbi è piuttosto incomprensibile. In studio, infatti i giornalisti Simona Branchetti e Filippo Roma sembrano sorridere alle parole di Vittorio Sgarbi, mentre Nicola Porro – a parte una reazione dopo la parola criptochecca – non contesta nulla. La frase sulla tortura è molto violenta, la seconda parte della sua dichiarazione su Conte e Casalino è omofoba. Eppure, in questo linguaggio della tv che più è penetrante e più – evidentemente – fa audience, nessuno sembra vederci qualcosa di male. Siamo rimasti solo noi a scandalizzarci.

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