Carabiniere ucciso, l’uomo che ha fatto partire gli equivoci: «Ho detto io che si trattava di due maghrebini, volevo depistare»

28/07/2019 di Redazione

Ci sarebbe quest’uomo, che opera costantemente nell’area di Trastevere, all’origine dell’estrema confusione che si è registrata intorno all’uccisione di Mario Rega Cerciello, il carabiniere ucciso nella notte tra il 25 e il 26 luglio a Roma. In modo particolare, sarebbe stato proprio tale Sergio Brugiarelli a diffondere la notizia della colpevolezza di due nordafricani, in modo particolare di due maghrebini. È stato lui che, inconsapevolmente, con questa sua dichiarazione ha fatto partire tutta quella gogna mediatica che ha caratterizzato il dibattito politico delle ultime ore.

Sergio Brugiarelli aveva parlato per primo dei due maghrebini

Ma procediamo con ordine. Il coinvolgimento di Sergio Brugiarelli è stato evidenziato sia dal Corriere della Sera, sia dal quotidiano La Repubblica. Al momento, Brugiarelli non è indagato, tuttavia ha un ruolo di primo piano all’interno di questa storia. È stato lui ad accompagnare Christian Gabriel Natale Hjorth ed Elder Finnegan Lee in una zona di Trastevere dove si verifica, puntualmente, lo spaccio di sostanze stupefacenti. Brugiarelli ha indicato il nome di un pusher che, tuttavia, invece di fornire droga, aveva dato ai ragazzi delle aspirine.

Quando i due americani se ne sono accorti, se la sono presa proprio con Sergio Brugiarelli, al quale hanno rubato lo zaino. Per questo l’uomo ha chiamato le forze dell’ordine, omettendo però qualche dettaglio: «Ho chiamato il 112 per dare l’allarme e ho detto io che erano stati due maghrebini e non due americani a derubarmi. Volevo un po’ depistare».

Sergio Brugiarelli e la storia dello zaino rubato

Da qui, dunque gli equivoci che hanno confuso prima la stampa e poi gli uomini politici che hanno commentato le notizie date dai giornali. Questa spiegazione chiarisce molto circa la dinamica dei fatti, dal momento che separa nettamente il ruolo dello spacciatore da quello dell’informatore. Non si capiva, infatti, per quale motivo i carabinieri avessero accettato, senza colpo ferire, la denuncia di un pusher. Invece, Sergio Brugiarelli non era lo spacciatore, ma una persona che aveva evidenziato il furto del suo zaino, con i carabinieri che volevano provare a far luce sulla vicenda.

Inoltre, si comprende meglio la diffusione incontrollata della responsabilità attribuita a due maghrebini inizialmente. Restano ancora alcune lacune nel racconto di Brugiarelli e ci sarebbero anche altre testimonianze – che tuttavia gli inquirenti ritengono inattendibili – che lo indicano in compagnia degli americani. C’è ancora molta chiarezza da fare, in ogni caso, in merito a questa storia. Ad esempio: perché Brugiarelli ha mentito sull’identità dei due ragazzi, se voleva davvero recuperare il suo zaino?

FOTO: ANSA/FERMO IMMAGINE VIDEO TG LA7

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