Serbia e Kosovo, storico patto sotto l’egida di Trump

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L'accordo tra i due Paesi ricalca quello tra Israele ed Emirati Arabi e potrebbe chiudere un contenzioso lungo oltre 20 anni

Serbia e Kosovo firmano uno storico accordo ma il vincitore è Donald Trump. Non solo infatti il presidente ottiene la firma del patto di normalizzazione dei rapporti alla Casa Bianca, ma soprattutto è riuscito a far designare da entrambi i Paesi Hezbollah come “organizzazione terroristica” e di vietare l’uso di “apparecchiature 5G fornite da venditori non fidati nella loro rete di comunicazione”, ovvero la Cina. Ma soprattutto ha ottenuto che entrambi i governi riconoscano Gerusalemme come capitale d’Israele.



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Con Serbia e Kosovo vince anche Israele

Le vere vittorie diplomatiche di Trump sono soprattutto il riconoscimento di Israele e lo spostamento delle ambasciate a Gerusalemme. Legata alla firma del patto di normalizzazione dei rapporti da parte del presidente serbo Vucic e del primo ministro kosovaro Hoti, infatti c’è la promessa della Serbia di trasferire la sua ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme entro luglio 2021. Un passo importante perché l’ex Paese slavo sarebbe il primo Stato europeo a farlo. E la stessa cosa farà Pristina, che grazie a questo accordo riconoscerà, ricambiata, Israele e aprirà una propria sede diplomatica nella città santa, diventando il primo Paese a maggioranza musulmana a fare una scelta del genere. Un fatto quest’ultimo ribadito da Trump con un tweet che però ha portato molti commentatori a chiedersi se il presidente sappia dove si trova il Kosovo visto il chiaro riferimento al Medioriente.



Serbia e Kosovo, una pace attesa oltre 20 anni

La svolta della Casa Bianca sembra vicina a chiudere la ferita tra Serbia e Kosovo, protagonisti dell’ultima guerra d’Europa che nel 1998-99 causò oltre 13 mila morti. E a dispetto dell’entusiasmo di Trump resta il problema del mancato riconoscimento di Belgrado dello status del Kosovo, l’ex provincia serba autoproclamatasi indipendente nel 2008. Il dialogo tra i due Paesi è iniziato nel 2013 sotto l’egida dell’Ue con l’obiettivo di migliorare la libera circolazione di persone, merci e capitali, ma si è interrotto nel novembre 2018 quando Pristina ha imposto dazi del 100% all’import di beni serbi per rappresaglia contro i tentativi di Belgrado di impedire l’ingresso del Kosovo nelle organizzazioni internazionali (Onu e Ue su tutte). Lo stallo ha permesso agli Stati Uniti di prendere l’iniziativa soprattutto dopo l’ingresso in scena di Richard Grenell, fedelissimo del presidente ed ex ambasciatore a Berlino, che a marzo ha dato il suo ok via Twitter a un cambio di governo in Kosovo e che oggi si è reso protagonista di una sfuriata durissima contro i giornalisti, accusati di non sapere dove si trovano Serbia e Kosovo. Anche per questo lunedì Vucic e Hoti torneranno a Bruxelles, per un altro round di negoziati con il capo della diplomazia dell’Ue Josep Borrell. Un modo per l’Unione per provare a riprendere in mano la partita almeno dal punto di vista più strettamente politico.