Ma davvero l’autocertificazione non conta nulla, come dice il tribunale di Reggio Emilia?

C'è una certa confusione sul tema, dopo la notizia di quanto stabilito dal giudice emiliano

15/03/2021 di Redazione

C’è tanta confusione sotto al cielo. Soprattutto nel giorno in cui, mezza Italia, è tornata nuovamente a doversi confrontare con la zona rossa, il lockdown e – nella fattispecie – con le autocertificazioni. Proprio queste ultime rischiano di entrare nella grande centrifuga del qui pro quo dopo la sentenza del tribunale di Reggio Emilia del 27 gennaio 2021 n. 54. In tanti gruppi su Facebook o in tante chat su WhatsApp sta circolando il testo – o un estratto del testo – di questa sentenza, così come diversi articoli di quotidiani che ne parlano in termini un po’ troppo larghi.

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Sentenza Reggio Emilia e autocertificazione, cosa c’è da sapere

La sentenza fa riferimento a un episodio avvenuto nel marzo 2020, nel corso del primo lockdown nazionale. Una coppia autocertifica il falso, sostenendo di doversi sottoporre a delle cure mediche in ospedale. In quella circostanza, però, quanto affermato non corrispondeva al vero e, per questo motivo, i due finiscono a processo. Tuttavia, il giudice del tribunale di Reggio Emilia (sezione Gip Gup) ritiene che autodichiarare il falso non costituisca reato.

«L’obbligo di permanenza domiciliare – si legge nel dispositivo -, essendo una limitazione della libertà personale (art.13 Cost.) e non di movimento (art.16 Cost.), può essere disposto nei casi e modi previsti dalla legge solo dal giudice».

In tanti stanno prendendo a modello questa sentenza per avviare un vero e proprio gioco al massacro sulle autocertificazioni: come rilevato da Bufale.net, ad esempio, in tanti cercano di buttarla in caciara sostenendo che, in virtù di questa sentenza, le autocertificazioni sarebbero illegittime e che, anzi, tutto l’impianto su cui si basavano i DPCM del precedente governo Conte 2 fosse scorretto. La maggior parte di questi messaggi che circola in chat invitano a non presentare le autocertificazioni alle forze dell’ordine oppure a dichiarare il falso al loro interno.

I giudizi di altri tribunali sulle autocertificazioni

Vale appena la pena ricordare che, sebbene la sentenza del tribunale di Reggio Emilia sia un fatto reale e concreto, non è detto – se un caso analogo dovesse essere giudicato da un’altra corte – si procederà in maniera conforme. Il precedente non vincola il prossimo tribunale che si troverà a discutere di un’autocertificazione fasulla: il caso in specie, infatti, può presentare delle sfumature diverse rispetto ad altri episodi analoghi e successivi. I giudici, del resto, sono soggetti soltanto alla legge, a differenza di sistemi giudiziari del tipo anglosassone (a cui tanto siamo abituati, guardando le serie tv americane).

Insomma, affermare che in base alla sentenza del tribunale di Reggio Emilia non si verrà multati è una forzatura resa, in realtà, più evidente – ancora una volta, ahinoi – da un certo tipo di stampa che tende, più volte, ad alzare il tiro in nome del clickbait.

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