La senatrice ‘ribelle’ Fattori: «I 100mila euro di penale al M5S? Se mi cacciano li chiedo io»
16/11/2018 di Redazione
I 100mila euro di penale previsti dal regolamento M5S per i parlamentari ribelli anche in caso di espulsione? «Se mi cacciano glieli chiedo io». È quanto afferma oggi la senatrice Elena Fattori, uno dei membri della pattuglia di pentastellati ‘ribelli’ che a Palazzo Madama non hanno condiviso la linea imposta dai vertici su decreto sicurezza prima e decreto Genova poi. In un’intervista al Corriere della Sera (di Alessandro Trocino) la parlamentare ha dichiarato: «Centomila euro? Se mi cacciano, glielo chiedo io 100mila euro. Faccio ricorso e chiedo danni biologici e penali. Dopo averci messo tanta passione, essermi inimicata i poteri forti, aver sacrificato una parte della mia vita, mica posso buttarmi fuori così».
La senatrice ‘ribelle’ e i 100mila euro di penale: «Li chiedo io al M5S»
Fattori ribadisce anche la sua posizione sul ‘clima di terrorismo psicologico’ che a suo parere si respira nel Movimento 5 Stelle. «Su di noi che stiamo tentando di apportare qualche modifica – spiega – si è scatenata una tempesta violenta, provocata dai vertici. Si vuole creare un clima di terrore, in modo che nessuno osi dire nulla. Chi osa parlare, viene tacciato di tradimento». La senatrice dissidente respinge anche l’accusa di voler solo evitare di versare soldi. «Questo è un mantra che non funziona più», dice. «È stato usato per tutte le espulsioni e non ci crede più nessuno. La brutta figura la fa chi mette in giro queste voci».
Ieri nella votazione decisiva al decreto Genova in aula al Senato alla maggioranza M5S-Lega sono mancati i voti di dieci pentastellati, cinque dei quali (Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Lello Ciampolillo, Saverio De Bonis e Fattori) in aperto disaccordo con il provvedimento del governo. Quattro di questi, inclusa la Fattori, erano assenti giustificati per motivi di salute, ma gli altri rappresentano il segnale di un malessere crescente.
(Foto di copertina da archivio Ansa: Elena Fattori durante il voto finale sul decreto Milleproroghe al Senato, 6 agosto. Credit immagine: ANSA / FABIO FRUSTACI)