Nelle Filippine i Senatori si chiedono se lo Stato stia finanziando le fake-news

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Scopo dell'inchiesta è quello di verificare se fondi provenienti dallo Stato vengano utilizzati per diffondere disinformazione nei social media

Circa dodici senatori delle Filippine hanno sollevato un’importante questione relativa alla circolazione delle fake news nei vari social media e si stanno chiedendo se i fondi che alimentano tali aziende di disinformazione provengano dallo Stato.



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Cosa sono le «troll farms»

La questione sulle «troll farms» viene sollevata qualche mese prima delle elezioni presidenziali previste nelle Filippine nel maggio 2022. E la metà dei 24 membri che compongono il Senato ha firmato questa proposta di chiarimento, poiché al centro della questione vi è la possibilità che tali strutture – che diffondono fake news – possano essere finanziate dallo Stato.



Ma cosa sono le «troll farms»? Come ci suggerisce Bloomberg.co, si tratta di gruppi di persone che diffondono false informazioni, le meglio conosciute fake news.

Le dichiarazioni del Senatore dell’opposizione

Il senatore dell’opposizione Pangilinan è stato tra i primi a richiamare l’inchiesta, perché «i filippini dovrebbero sapere perché il Governo spende fondi pubblici per gli operatori di tali aziende travestiti da “professionisti delle pubbliche relazioni” o da “consulenti dei social media”, ma che in realtà diffondono false notizie sul Covid-10, sulla sicurezza sanitaria e alimentare o sulla protezione del lavoro», ha dichiarato il Senatore.



Dall’altra ala, la risposta è arrivata dai funzionari dell’amministrazione dell’attuale presidente Rodrigo Duterte, i quali hanno negato qualsiasi tipo di legame con presunte iniziative di diffondere disinformazione online.

Perché le Filippine dovrebbero finanziare le fake news

Ma se davvero lo Stato delle Filippine fosse in qualche modo legato alle «troll farms», perché dovrebbe? Come vi abbiamo raccontato relativamente al blocco degli account social di Donald Trump, i social media costituiscono un potente strumento politico, prima, dopo e durante la campagna elettorale.

Il Governo potrebbe usare Facebook come un’arma, servendosene per informare (o disinformare) la gente a proprio piacimento.

Ad ogni modo, la nazione del sud-est asiatico è indirizzata verso l’elezione di un nuovo presidente nel mese di maggio del 2022 e i nuovi candidati dovrebbero incrementare – proprio in questo periodo – la campagna sui social media per via delle restrizioni in atto sul virus.

Però, per una giusta trasposizione della campagna elettorale nell’universo digitale, è necessario che ci siano chiarezza, trasparenza e onestà, soprattutto quando in ballo c’è la salute delle persone. Per dirla in inglese, no more fake news.