Il tweet sgrammaticato con cui Senaldi dice che deve essere Mattarella a chiedere le rettifiche a Libero

Prosegue la polemica, con arrampicata sugli specchi, del giornalista contro David Puente

05/02/2021 di Enzo Boldi

Arriva quel momento in cui si può chiedere pubblicamente scusa e fare un passo indietro. Ma per Pietro Senaldi quell’ora sembra non essere ancora scoccata e su Twitter prosegue nella sua polemica con David Puente che – giustamente, come fatto anche da Giornalettismo lo scorso 3 febbraio – sottolineava come Libero avesse utilizzato nel titolo del proprio articolo sulle parole di Mattarella una citazione mai fatta dal Presidente della Repubblica. Ma le scuse non sono mai arrivate. Anzi, Senaldi contro Puente prosegue nel suo tentativo di gettare fumo negli occhi e riesce a tirare in ballo anche la mancata richiesta di rettifica da parte del Capo dello Stato.

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La situazione, dunque, sembra essere arrivata a un punto paradossale. David Puente ha seguito da vicino tutta l’evoluzione della vicenda: dal titolo con la citazione mai avvenuta, alla correzione (silenziosa) comparsa sul sito di Libero quotidiano. Poi il tutto è deflagrato con il botta e risposta via twitter con Senaldi, iniziato qualche sera fa e che oggi ha toccato vette inarrivabili (anche per l’italiano).

Senaldi contro Puente tira in ballo anche Mattarella

Proviamo a sorvolare sugli orrori grammaticali (e non solo), sperando si tratti solamente di veloce digitazione sulla tastiera. Ma quel che afferma Senaldi contro Puente è l’esegesi dell’ego narcisistico di chi non deve chiedere mai. Al direttore di Libero era stato chiesto se la citazione utilizzata nel primo titolo del suo quotidiano fosse stata realmente pronunciata dal Capo dello Stato. E lui ha replicato dando del capzioso a Puente e che le cose non stanno andando diversamente. Anzi, fa un elogio al titolo utilizzato. E la domanda, quindi, è la seguente: perché dopo le polemiche è stato cambiato? Oltretutto le giustificazioni addotte dal direttore responsabile del quotidiano non hanno alcun criterio giornalistico: non si possono interpretare le citazioni e metterle tra virgolette se quelle parole non sono mai state pronunciate. Cose che insegnano il primo giorno di lavoro in una redazione.

E se Mattarella non leggesse Libero?

E poi: a chiedere la rettifica deve essere Mattarella, dice Senaldi. Non è così, tant’è che il titolo sbagliato (con dichiarazioni false mai rilasciate dal Capo dello Stato) è stato cambiato proprio perché non rispettava il criterio di verità, base fondamentale del mestiere giornalistico. E il direttore potrebbe anche rimanere deluso nello scoprire che Sergio Mattarella non legga Libero.

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