Il dottor De Donno chiama «carina» Selvaggia Lucarelli nel corso di un’intervista

Dopo diversi tentativi, Selvaggia Lucarelli intervista De Donno per il Fatto Quotidiano. Si tratta del medico che, nell’ospedale di Mantova, ha avviato la sperimentazione con il plasma iperimmune e che, nella giornata di ieri, è stato ospite di una diretta sulla pagina Facebook di Matteo Salvini. I seguaci del dottor Giuseppe De Donno, ultimamente, hanno lamentato una sorta di oscuramento mediatico delle cure realizzate dal medico dell’ospedale Poma di Mantova, mentre sui social network – al contrario – il suo nome circola in maniera sempre più persistente.

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Selvaggia Lucarelli intervista De Donno, cosa è successo

Selvaggia Lucarelli, nel corso della sua intervista, rivolge delle domande molto puntuali al dottor De Donno in merito alla sua plasmaterapia, ai criteri scelti per selezionare i pazienti da sottoporre alla cura e una serie di altre questioni molto approfondite e informate in merito all’origine della cura stessa. Sono elementi di grande valore che possono essere appresi leggendo l’intervista integrale.

Una cosa, però, ci ha molto colpito dell’intervista riportata dalla giornalista del Fatto Quotidiano e di TPI e che ha messo in evidenza un atteggiamento del medico che, per chi come la nostra testata è sempre molto attento ai problemi legati alle discriminazioni di genere, non poteva passare inosservato. Rispondendo alla domanda su chi abbia iniziato per primo la sperimentazione con il plasma (se Mantova o Pavia), polemicamente il dottor De Donno risponde: «No, carina, vede com’è brava lei, non conosce la tempistica degli arruolamenti».

Selvaggia Lucarelli intervista De Donno, il punto che ci è saltato all’occhio

Selvaggia Lucarelli non ci sta e si chiede perché, visto che non c’è alcuna confidenza tra i due, il medico la chiami ‘carina’. La sua risposta sembra sulla difensiva: «È un modo affettuoso», per poi rinfacciarle presunti screzi con i colleghi giornalisti di Selvaggia Lucarelli al Fatto Quotidiano. Insomma, si passa da una questione di merito (l’inizio della sperimentazione sulla plasmaterapia) a un atteggiamento paternalista (vi immaginate un intervistato che si rivolga con ‘carino’ a un intervistatore di sesso maschile?), fino al pettegolezzo sui rapporti di lavoro altrui. Sembra un atteggiamento ostile e inserito in una serie di cliché di cui faremmo volentieri a meno. Sia nel nostro lavoro, sia nella vita di tutti i giorni.

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