«Il mondo è cambiato e noi dobbiamo stare al passo», la scuola Holden racconta la didattica post coronavirus

Come sarà la scuola del futuro? O meglio. Come sarà la scuola post coronavirus? Dopo la risposta emergenziale dei primi mesi, durante i quali istituzioni e insegnanti hanno provato a trovare risposte convincenti che permettessero agli studenti di portare a termine l’anno scolastico, ora ci si interroga circa le forme che dovrà assumere la scuola per l’anno 2020/2021. Perché, come è stato ripetuto ormai fino allo sfinimento, la crisi provocata dalla pandemia di covid-19 non potrà dirsi superata fino a che non sarà trovato un vaccino. Obiettivo che secondo gli esperti non verrà raggiunto, nelle previsioni più ottimistiche, prima di settembre. Scuole e università corrono quindi ai ripari, provando a immaginare un altro anno scolastico “atipico“. Giornalettismo ha cercato di farsi un’idea di come sarà dunque la vita tra i banchi (anche virtuali) il prossimo anno intervistando dirigenti e professori di una scuola molto particolare, la scuola Holden di Torino.

La scuola Holden, dove si impara a fare della scrittura il proprio mestiere

Fondata nel 1994 da Alessandro Baricco, la scuola Holden nasce con un preciso intento: aiutare quanti vogliono fare della scrittura il proprio mestiere a realizzare questo sogno. Con un obiettivo molto ambizioso: riuscire ad essere la scuola migliore del mondo, dalla quale nemmeno Holden Caulfield, protagonista del romanzo di J.D. Salinger nonché studente svogliato, avrebbe mai voluto farsi espellere. Da qui la scelta del nome, naturalmente. In oltre 20 anni l’offerta didattica della scuola si è notevolmente ampliata, e ai due pilastri fondamentali dell’istituto – Original, il corso di narrazione, e Over 30, dedicato agli adulti amanti della scrittura che nella vita hanno scelto altre strade – si sono aggiunti negli anni Academy, il primo corso di laurea in scrittura in Italia, WonderLabs, brevi corsi che si tengono online o in tutta italia, Corporate Storytelling, che aiuta aziende e professionisti a raccontarsi, e Holden Studios, alla continua ricerca di nuovi strumenti per cambiare il mondo.

Giornalettismo ha chiesto alla “scuola migliore del mondo” come si immagina l’anno 2o2o/20221

«Comunque vadano le cose, il prossimo non sarà un anno normale». A parlare è Federica Manzon, direttrice della didattica di Holden Original. «Nella migliore delle ipotesi sarà un anno che ci vedrà costretti a prendere molte cautele, rispettare le distanze, muoversi contingentati – spiega Manzon -. Nel peggiore dei casi immaginiamo che dovremo affrontare dei periodi in cui la scuola dovrà rimanere chiusa per qualche tempo. Abbiamo quindi capito che era importante trasformare la nostra offerta, di modo che malgrado la situazione potessimo offrire agli studenti un anno eccezionale». Rilanciandolo in positivo.

Da qui l’idea di concentrare la didattica in un solo anno anziché in due, senza limiti di età. «Abbiamo fatto una sorta di ‘brodo condensato’ dei nostri insegnamenti e insegnanti migliori» – spiega Manzon. Poiché la Holden, forse più di altre scuole, dà valore alla presenza. Per un artista non frequentare il lavoro artistico altrui significa non avere metri di paragone, e perderne dal punto di vista di stimoli e idee, spiega la direttrice. Si è quindi deciso di formare classi molto più piccole composte da non più di dieci persone. «In questo modo anche nei momenti di contingentamento, le classi potranno entrare a scuola a rotazione, consentendo un alternarsi tra didattica in presenza e online» – precisa.

Laddove non sarà possibile frequentare le aule, tornerà naturalmente il modello di scuola a distanza. «Stiamo però lavorando per rendere l’ambiente online personalizzato di modo che l’esperienza si riveli il più confortevole possibile» – racconta Manzon. L’idea è quella di fare in modo che anche online il rapporto professore-studente sia il più diretto possibile, cercando quindi di evitare classi virtuali numerose e dove gli iscritti possano anche trovare spazi interamente dedicati a loro (un po’come se si incontrassero in corridoio).

Il lato positivo di seguire le lezioni online: i professori della scuola Holden tirano le fila di un anno difficile

Nel progettare la scuola del 2020/2021, insegnanti e dirigenti hanno provato a tirare le somme di questo anno eccezionale cercando di capire i risvolti positivi di un eventuale obbligo di didattica a distanza. «Molte persone che non avrebbero mai potuto frequentare le nostre aule ‘reali’ hanno potuto finalmente prendere parte alle lezioni» – spiega ad esempio Silvia Schiavo, responsabile di Corporate Storytelling, che a seguito del lockdown ha lanciato una serie di classi virtuali le cui lezioni sono tenute tra gli altri da Oscar Farinetti, Paolo Iabichino, Alice Avallone e Mauro Berruto. «Alcune settimane fa una persona affetta da coronavirus ci ha ringraziati perché grazie alle lezioni a distanza era stata in grado di seguire un corso a cui teneva particolarmente» – aggiunge poi Schiavo.

Cosa è un “addetto alla flessibilità”: la soluzione della scuola Holden per garantire la didattica del prossimo anno

«Non va poi sottovalutato l’effetto Netflix» spiega Annalisa Ambrosio. «In questi mesi abbiamo notato che talvolta la formula virtuale funziona meglio di quella in presenza. Gli studenti hanno mostrato di apprezzare particolarmente la possibilità di poter rivedere una lezione più volte» – precisa.

«Tra l’altro anche i nostri insegnanti ci hanno confessato di trovare stimolante poter assistere o rivedere le lezioni dei colleghi, quando prima invece non avevano modo di seguirsi a vicenda». Annalisa Ambrosio sarà la ‘facilitatrice‘ della scuola Holden per l’anno 2020/2021, una nuova figura resasi indispensabile dopo la pandemia. In pratica deciderà di volta in volta come organizzare le lezioni: se online, in classe, al parco o in qualsivoglia altro luogo (fisico o meno).

Scuola Holden
L’aula magna della scuola Holden

«Sarò l’anello di congiunzione tra gli uffici della didattica e chi si occupa di sicurezza, partendo da questi confronti deciderò di volta in volta che forma prenderanno le lezioni – spiega Ambrosio -. Parte delle mie valutazioni terranno necessariamente conto delle scoperte positive fatte in questi mesi di emergenza, come ad esempio la maggior efficacia in certe occasioni delle lezioni online. Sempre però facendo in modo che i nostri studenti non vengano tentati dalla pigrizia: chiederemo loro di venire comunque a Torino per seguire le classi, al costo di alcune grandi ma piacevoli fatiche».

La capacità di improvvisazione – seppur entro un certo livello di organizzazione – sarà quindi la dote fondamentale richiesta il prossimo anno a studenti e docenti della scuola Holden. Ma attenti a definire questa situazione un’emergenza. «A me non piace vederla così – assicura Ambrosio -. È proprio il contrario, il mondo sta cambiando e ci richiede di essere particolarmente rapidi e inventivi.  Ad ogni narratore o appassionato di fiction in fin dei conti viene chiesto di provare a vedere la realtà in modo diverso, preparandosi ai suoi mutamenti se non addirittura ad anticiparla. E noi siamo pronti».

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