Egitto: scrive una canzone contro Al Sisi e muore in carcere a 24 anni

L’ennesima vittima di un regime dittatoriale e illibertario. Lo stesso che, molto probabilmente, ha provocato la morte nel nostro Giulio Regeni. Anche questa volta la vittima è giovane, ha appena 24 anni. Si chiamava Shady Habash ed è morto dopo ben due anni di detenzione in carcere. Una pena esemplare scontata per aver  realizzato quello che in un paese democratico avviene giornalmente: un video satirico contro il Presidente Abdel Fattah el-Sisi. «La sua salute era peggiorata da qualche giorno. Dopo essere stato ospedalizzato e stato riportato in prigione morendo subito dopo» ha dichiarato l’avvocato del giovane al quotidiano francese Libération . L’attivista per i diritti umani Abdelrahman Ayyash ha invece aggiunto «Quando Shady si è sentito male, i compagni di cella hanno chiamato le guardie carcerarie, ma l’amministrazione penitenziaria non è intervenuta che al suo ultimo respiro».

Arrestato arbitrariamente e in prigione senza processo

Il giovane era stato arrestato nel marzo del 2018 per la creazione e la diffusione di un videoclip contro il presidente egiziano. Per la precisione il videoclip di una canzone di Ramy Essam, uno dei cantori della Rivoluzione del 2011, oppositore del regime scappato in Svezia nel 2014 che ha sempre dichiarato che Habash non avesse nulla a che fare con il contenuto e l’ironia della canzone che diventò immediatamente virale su Youtube.

Shady è stato poi sottoposto a due anni di detenzione arbitrari, senza essere sottoposto ad alcun processo, ma con l’accusa di aver diffuso “notizie false” e di appartenere a un “organizzazione illegale”. Due anni consumati fini al tragico epilogo di cui emergono ancora pochi dettagli. E purtroppo non parliamo di un caso isolato. Secondo le associazioni per i diritti umani, il giovane è solo uno dei 60mila prigionieri politici del paese detenuti in condizioni di promiscuità e condizioni igieniche e umane al limite. Una vergogna che affligge tutto il Mediterraneo.

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