Indagati tre uomini della scorta di Salvini per le minacce al giornalista di Repubblica

19/09/2019 di Enzo Boldi

Il giro sulla moto d’acqua a largo delle coste di Milano Marittima, in questo caso, è solamente la vicenda che fa da cornice agli interrogatori che si sono svolti nella giornata di mercoledì all’interno del palazzo della Procura di Ravenna. I tre poliziotti della scorta dell’ex ministro dell’Interno, infatti, hanno risposto a domande non sulla legittimità di quel gesto, ma sulle minacce riprese dalla telecamere del videomaker de La Repubblica Valerio Lo Muzio, il giornalista che immortalò la scena. La scorta Salvini, dunque, rischia accuse molto pesanti in merito a quell’episodio per cui il leader della Lega non si è mai scusato.

Sono due i reati ipotizzabili: violenza privata, tentata o consumata e peculato d’uso. Come mostrato dalla telecamera del giornalista de La Repubblica, infatti, gli uomini della scorta Salvini lo hanno avvicinato nel tentativo di impedirgli di riprendere quanto stava accadendo tra il figlio del leader della Lega e il poliziotto a bordo della moto d’acqua a Milano Marittima. Uno degli agenti, non in divisa e senza tesserino di riconoscimento, inoltre, ha anche fatto velate minacce nei confronti di Lo Muzio.

Scorta Salvini, tre agenti indagati per minacce

I tre membri della scorta Salvini – che si uniscono anche all’indagine interna avviata nei confronti del poliziotto che ha fatto salire a bordo della sua moto d’acqua di servizio il giovane figlio di Salvini – hanno fornito la loro versione dei fatti agli inquirenti. Un passo avanti concreto nell’iter avviato fin da subito, all’indomani dell’episodio denunciato dal giornalista e dalla sua testata.

Salvini: «Prendetevela con me»

Matteo Salvini ha, poi, voluto prendere le difese degli uomini che lo hanno accompagnato in spiaggia anche in quel 30 luglio scorso. Il leader della Lega ha invitato il pubblico ministero a prendersela con lui, lasciando stare gli uomini della sua scorta e i poliziotti della moto d’acqua. Ma la realtà non è quella del Robin Hood, perché le responsabilità – soprattutto quando si ricopre un ruolo importante – sono personali.

(foto di copertina: ANSA/ FRAME DA VIDEO ESCLUSIVO REPUBBLICA.IT)

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