Scontri e razzismo contro i rom: indagati militanti di Casa Pound e Forza Nuova
16/05/2019 di Daniele Tempera
Sono 41 persone e sono state iscritte, al momento, nel registro degli indagati dalla Procura di Roma per i disordini avvenuti il 2 aprile scorso a Torre Maura, periferia est della Capitale, dopo il trasferimento in una struttura di accoglienza di alcune famiglie rom. Sono tutte appartanenti a gruppi di estrema destra come Casa Pound e Forza Nuova e i reati contestati sono vari e piuttosto gravi: istigazione all’odio razziale, violenza privata, minacce, adunata sediziosa, apologia di fascismo. E la Procura ha iscritto nel registro degli indagati anche altre 24 persone, questa volta per gli scontri avvenuti a Casal Bruciato, sempre a danno dei rom. Ancora una volta gli indagati sono militanti di estrema destra, ma non solo. Nel registro della Procura figurano altre 16 persone, tra antagonisti e appartenenti ai movimenti per la casa, per il reato di corteo non autorizzato svolto, sempre a Casal Bruciato, l’8 maggio.
La risposta spavalda di Casa Pound alla Procura
E arriva, spavalda la reazione dei militanti di Casa Pound: «Siamo sereni e penso che tutto si risolverà in una bolla di sapone, almeno a livello giudiziario» sottolinea Mauro Antonini, responsabile di Casapound per il Lazio, che rimanda al mittente (paradossalmente) anche l’accusa di apologia del Fascismo: «Abbiamo partecipato alle proteste per essere vicini alle proteste dei cittadini che ancora una volta vengono ‘sorpassati’ dalle scelte del sindaco e della Giunta capitolina – aggiunge – Il voler segnalare un’ingiustizia non può sfociare in un reato come apologia di fascismo». E a rincarare la dose ci pensa anche il leader di Casa Pound, Simone Di Stefano: «Se stare nelle periferie a fianco degli italiani comporta prendere delle denunce, noi ce le prendiamo come medaglie» che punta il dito che gli italiani “vengano ormai scavalcati da chiunque”.
Peccato che molti rom siano a tutti gli effetti cittadini italiani, regolarmente il lista per l’ottenimento di un alloggio popolare, al quale è stato impedito l’esercizio di un diritto. Ed è stato impedito da persone che occupano da anni, indisturbati, uno stabile in pieno centro. Militanti che si definiscono fieramente “fascisti del terzo millennio” e poi respingono accuse scontate come “apologia di fascismo”. Con buona pace della coerenza, abbandonata probabilmente da qualche parte del secondo millennio.