Travaglio ricorda a Renzi: «Quando toccò a Bersani, lui definì ‘scissione’ come una delle parole peggiori»
17/09/2019 di Enzo Boldi
Matteo Renzi ha detto addio al Partito Democratico, garantendo (per il momento, perché la politica è un gioco molto opportunistico) l’appoggio al governo M5S-PD-LeU guidato da Giuseppe Conte. Una notizia che era già nell’aria e che non ha colto impreparati i vari protagonisti del caos calmo dem, ma che comunque definisce una strategia ben precisa dell’ex presidente del Consiglio. Ora, ancor di più rispetto alle premesse, il suo nuovo gruppo ha acquisito un ruolo fondamentale per il futuro di questo Esecutivo. Un ago della bilancia che si cela dietro la parola scissione. E proprio su questo termini si basa la chiusura dell’editoriale di martedì 17 settembre scritto da Marco Travaglio.
Il direttore de Il Fatto Quotidiano, infatti, ricorda come nel 2017, quando era ancora segretario del Partito Democratico, lo stesso Matteo Renzi aveva criticato aspramente la decisione di Pier Luigi Bersani – e di altri – di allontanarsi dal Pd per via dei conflitti interni. E in quella occasione parlò proprio con gli stessi termini con cui oggi ha dato l’addio ai dem, portandosi dietro un buon gruppo di Parlamentari.
Travaglio ricorda a Renzi cosa pensava della scissione
«Lui che nel 2017, quando fecero la scissione Bersani&Co. – scrive Marco Travaglio nel suo editoriale su Il Fatto Quotidiano – la bollò come ‘una delle parole peggiori’ e così ritrasse i fuoriusciti: ‘Se fossero rimasti nel Pd, in parlamento non ci sarebbero più rientrati. Frustrati nella prospettiva di tornare a occupare gli scranni, decidono di andarsene, nel tentativo di logorare il loro segretario». Una sorta di ritorno al futuro in queste parole analizzate da Travaglio.
L’autoritratto dell’ex segretario
E nella sua conclusione, il direttore de Il Fatto Quotidiano usa l’ironia nel ricordare quella definizione che Renzi diede del termine scissione e il giudizio su chi la portò avanti: «Ora, ovviamente, ha rimosso tutto. Ma stava dipingendo, a futura memoria, il suo autoritratto».
(foto di copertina: ANSA/ FRANCO BOLZONI + ANSA/ ETTORE FERRARI)