Lo sciopero dei treni in Francia destabilizza il governo Macron

La Francia sta assistendo al successo della seconda giornata di sciopero del trasporto pubblico nazionale, che già sul breve periodo potrebbe avere forti ripercussioni sull’operato di governo del presidente della Repubblica Emmanuel Macron.

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La riforma del settore ferroviario, presentata dal primo ministro Edouard Philippe il 14 marzo scorso, ha visto la dura opposizione dei quattro sindacati principali del Paese: la CGT Cheminots, l’UNSA Ferroviaire, Sud-Rail et la CFDT Cheminots. La messa in discussione dello statuto dei ferrovieri e la riorganizzazione della SNCF (la Trenitalia di Parigi) in società nazionale a capitali pubblici ha portato a indire uno sciopero generale, iniziato il 22 marzo e proseguito dal 3 aprile, fino all’estate 2018 di due giorni su cinque ogni settimana.

Fin dalla campagna elettorale del 2017 Macron ha fatto promesse importanti. Dopo aver messo mano al codice del lavoro, ora le sue mire si sono spostate sul settore pubblico per ridurre di 120mila unità i posti di lavoro. Il punto di partenza  è la riforma della SNCF entro pochi mesi, tema caldo visti gli annosi problemi della società di trasporti.

I tempi sono stretti e il presidente della Repubblica, per fare ciò, ha deciso di legiferare tramite le cosiddette ordinanze, una procedura che legittima il governo a presentare decreti by-passando il parlamento, che rimane comunque fondamentale per tramutare i testi in leggi.

Il marcato decisionismo di Macron su queste questioni non piace. Se viene approvato in politica estera, in patria non viene accettato e rischia di avere da subito effetti deleteri sul suo tasso di gradimento (a oggi fermo al 44%).

Nonostante i rischi in questione, il premier Philippe si è detto comunque fiducioso: “Non abbiamo dubbi sul fatto che potremmo toccare la sensibilità o gli equilibri a cui qualcuno si è abituato. Tuttavia non ripariamo un Paese senza avere la convinzione che a volte bisogna far traballare e modificare questi equilibri“.

Se l’articolato sistema di sciopero promesso dai sindacati dovesse avere successo, il presidente della Repubblica si troverà di fronte a un bivio: assecondare le richieste dei lavoratori o proseguire dritto come un treno verso la riforma del settore pubblico? Dopo avere passato quasi indenne il primo banco di prova rappresentato dal codice del lavoro nel 2017, il 2018 cambierà, in un modo o nell’altro, l’immagine di Macron in Francia e nel mondo.

(Foto credits: Abaca)

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