Sblocca cantieri, l’unità del governo ha richiesto il sacrificio del codice appalti
04/06/2019 di Gianmichele Laino
In nome dell’unità del governo Lega-Movimento 5 Stelle (che durerà ancora non si sa per quanto), è stato sacrificato il sistema con cui le opere vengono attualmente sorvegliate per evitare che ci possano essere delle infiltrazioni all’interno dei lavori pubblici. Il decreto sblocca cantieri ha ottenuto il via libera grazie a un cedimento dei pentastellati su tutta la linea, l’ennesimo atto di sottomissione volontaria nei confronti della Lega.
Sblocca cantieri, cos’è il codice appalti sospeso da Lega e M5S
Per due anni, infatti, verrà sospeso il codice appalti, quello che – appunto – permetteva un controllo diffuso su tutte le ditte che lavorano alla realizzazione delle opere pubbliche. L’intesa è arrivata all’ora di pranzo, ma il boccone è amaro per il Movimento 5 Stelle che ha provato a resistere fino all’ultimo momento, ma che poi ha dovuto mollare gli ormeggi. Il codice degli appalti sarà sospeso per i prossimi due anni, ufficialmente per permettere alle aziende che parteciperanno ai bandi pubblici di avere una burocrazia più leggera dalla loro parte e velocizzare o almeno provare a farlo l’iter per far partire i cantieri.
«Dopo esserci confrontati anche con i relatori – hanno detto i due capigruppo al Senato della Lega e del Movimento 5 Stelle -, proporremo al Senato quanto già concordato in sede di commissione, vale a dire un emendamento che prevede la sospensione di alcuni punti rilevanti del codice degli appalti per due anni, in attesa di una nuova definizione delle regole per liberare da inutile burocrazia le imprese».
La critica delle opposizioni allo sblocca cantieri
Ovviamente, l’opposizione è sugli scudi. L’accordo è stato dettato al telefono, da una chiamata che ha messo in comunicazione Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Per questo motivo, si parla di un vero e proprio baratto tra l’unità del governo giallo-verde e la lotta alla legalità, con la prima preferita alla seconda. L’attacco più duro arriva soprattutto dal segretario della Cgil Maurizio Landini: «Matteo Salvini lo sa che l’Italia, o almeno pezzi interi del Paese, sono nelle mani della criminalità organizzata? In un Paese dove la vera emergenza, oltre all’impressionante crescita delle disuguaglianze, è soprattutto la corruzione, che si annida proprio principalmente nel sistema degli appalti, ampiamente infiltrato dalla malavita».
FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI