Il piano Savona dello spread a 600 si avvicina

Paolo Savona non è diventato ministro dell’Economia per il rifiuto del presidente della Repubblica deciso per le preoccupazioni suscitate dalle sue opinioni sull’euro. L’economista ha appena pubblicato una biografia in cui definisce la moneta unica come una gabbia da cui liberarsi  rimarcando come «battere i pugni sul tavolo non serve a niente. Bisogna preparare un piano B per uscire dall’euro se fossimo costretti, volenti o nolenti, a farlo».

Lo spread si avvicina alla quota 600 voluta da Savona

Un’altra indiscrezione stampa circolata sulle idee di Savona avevano suscitato ulteriore allarme. In una articolo firmato da Goffredo de Marchis, trapelato secondo il giornalista da Repubblica dall’ex ministro Giulio Tremonti, Savona avrebbe confidatoun simile piano: «Portare lo spread italiano a quota 600 in modo che l’Europa capisca che si fa sul serio e si cambino i vincoli». Questo retroscena non mai è stato né confermato né smentito dallo stesso Savona, che nella lettera pubblicata sul sito Scenarieconomici.it, uno dei più noti portali no euro, aveva confermato tutte le sue idee pubblicate nel suo ultimo libro. Nonostante l’economista ex ministro dell’Industria del governo Ciampi non andrà al governo lo spread, la differenza tra i rendimenti dei Bund decennali tedeschi e i Btp di simile maturità italini, è tornato sopra quota 300. Dopo mesi di poco più di 100 punti base di differenza tra Bund e Btp, ora sul mercato secondario il costo del debito italiano è salito in modo significativo, in modo comparabile alle intenzioni di Paolo Savona

Savona
In un’immagine esclusiva dell’ANSA Paolo Savona passeggia a Villa Borghese, Roma, 25 maggio 2018. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

 

. L’idea alla base del piano Savona di portare lo spread a 600 punti base è cercare di forzare l’Europa per non rispettare più i parametri di disavanzo e debito pubblico fissati dai Trattati europei. Se però l’Ue non desse respiro fiscale all’Italia, Savona è convinto che si debba anche uscire dall’euro attraverso la stampa di una moneta parallela come i mini-Bot voluti dall’economista della Lega Borghi al fine di piegare l’Europa, oppure uscire definitivamente .

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