Paolo Savona definisce impossibile un default del debito pubblico italiano
30/05/2018 di Redazione
Paolo Savona ha dichiarato alla newsletter di Mario Sechi List che «non c’è possibilità di default del debito pubblico italiano. Lo devono capire». Una affermazione che conferma le tesi – sbalestrate, ci permettiamo di definirle – che gli sono costate l’irrituale rifiuto del presidente della Repubblica alla sua nomina a ministro dell’Economia. Il professore ex ministro dell’Industria del governo Ciampi ha posizioni legittime anche se per noi non condivisibili sull’uscita dell’euro come alternativa a una piuttosto impossibile unificazione politica dell’Europa, ma si lancia in provocazioni assolutamente infondate.
Per Savona il default dell’Italia è impossibile
Il default è assolutamente possibile per l’Italia: nessun Paese è protetto dal rischio di dover ripudiare il proprio debito perché non è più in grado di servirlo. La storia è ricca di default sovrani anche in epoca recente, quando la finanziarizzazione dell’economia ha reso per certi versi più traumatico questo evento vista l’interconnessione globale dei mercati dei capitali. La teoria di Paolo Savona si poggia sull’assunto del “too big to fail”, ovvero le banche sistemiche che non possono fallire perché un governo di quel Paese farebbe di tutto per salvarla. Essendo l’Italia uno dei mercati più grandi del mondo sulle obbligazioni sovrane, l’economista ritiene che il default italiano sarebbe scongiurato in ogni modo dalle autorità europee, per evitare contraccolpi così pesanti da generare una pesantissima recessione.
La contraddizione di Savona su default e uscita dall’euro
Le convinzioni di Savona espresse a List si scontrano però con la realtà dei mercati, che al contrario ritengono possibile, e in questo momento anche probabile, un default del debito pubblico italiano e di conseguenza aumentano in modo significativo il suo costo. Una ulteriore contraddizione di Paolo Savona sul default impossibile è poi il suo sostegno all’uscita dall’euro, che de facto è un equivalente al ripudio del debito. L’economista più apprezzato da Salvini assomiglia molto a Yanis Varoufakis, che riteneva che l’Europa si sarebbe piegata alle richieste della Grecia di condonare il debito per non pregiudicare l’integrità dell’euro. È successo l’esatto contrario.