«Saviano ha smesso di studiare», la (strana) teoria di Danilo Toninelli

08/07/2018 di Redazione

Il ministro dei Trasporti e delle Infrastruttue Danilo Toninelli ha fatto un bilancio al Fatto Quotidiano del suo operato.  L’intervista, condotta da Luca De Carolis, ha ripercorso diversi argomenti, tra cui la polemica tra Salvini e Roberto Saviano.

LEGGI ANCHE > Salvini querela Saviano, lo scrittore risponde: «È un altro passo verso la Russia di Putin»

Toninelli ha risposto all’accusa del giornalista napoletano che puntava il dito contro lui e Salvini per non avere permesso alle Ong di intervenire nel Mediterraneo provocando un aumento dei morti: “Temo che Saviano abbia smesso di studiare – questa la strana teoria del ministro – quei due naufragi son accaduti nelle acque della Libia, dove nessuno può intervenire, compresa l’Italia. Saviano dovrebbe tacere, questa è solo sopeculazione“.

Inoltre, Toninelli ha aggiunto che c’è un milione di persone pronto a partire dalla Libia “ed è un problema epocale, da affrontare“. Per affrontarlo il ministro non ha dubbi: “La prima cosa da fare è dotare la Libia di mezzi per rafforzare i controlli. E infatti il governo italiano ora fornirà 12 nuove motovedette, a cui se ne aggiungeranno altre 17. E questo renderà molto più difficile partire verso l’Italia“.

LEGGI ANCHE > Saviano dice che Toninelli è un burattino di Salvini

Allo stesso tempo, renderà molto più facile il blocco dei migranti in Libia che, come si evince dal Rapporto di Amnesty International 2018, non è minimanente paragonabile alle condizioni socio-economiche italiane:

Migranti, rifugiati e richiedenti asilo sono stati vittime di diffuse e sistematiche gravi violazioni dei diritti umani e abusi da parte delle guardie dei centri di detenzio­ne ufficiali, della guardia costiera libica, dei trafficanti di esseri umani e dei gruppi armati. Alcuni sono stati detenuti dopo essere stati intercettati in mare dalla guardia costiera libica, mentre tentavano di attraversare il mar Mediterraneo per raggiungere l’Europa. È stato calcolato che circa 20.000 persone erano trattenute in Libia presso le strutture di detenzione amministrate dal dipartimento per la lotta alla migrazione irregolare (Directorate for Combating Illegal Migration – Dcim), che faceva riferimento al ministero dell’Interno del Gna. Queste persone sono state trattenute in drammatiche condizioni di sovraffollamento, senza accesso a cure mediche e a un’adeguata alimentazione ed erano sistematicamente sottoposte a tortura e altri maltrattamenti, compresa la violenza sessuale, duri pestaggi ed estorsioni.

Share this article