La lentezza nello spoglio delle Regionali in Sardegna non è una novità
25/02/2019 di Enzo Boldi
I primi dati che arrivano dalla Sardegna indicano un netto vantaggio del candidato del Centrodestra Christian Solinas che stacca di oltre 12 punti Massimo Zedda (Centrosinistra) e lascia le briciole a Francesco Desogus del Movimento 5 Stelle. Numeri reali che, però, mettono in evidenza una lentezza nello spoglio. In cinque ore (dalla riapertura dei seggi alle 7 di lunedì) sono state scrutinate solamente 28 sezioni su 1840. Poco più dell’1%. I tempi sembrano essere lunghissimi, come già accaduto nelle precedenti Regionali in Sardegna.
I precedenti, infatti, non fanno be sperare. Nel 2009 il lungo e infinito spoglio si è concluso solamente dopo nove giorni. Andò meglio nel 2014 quando in poco più di sette ore venne scrutinato il 27% delle sezioni. Lentezza esasperata e passaggio non diretto sul sito del Viminale. La Regione Sardegna, infatti, è autonoma e i risultati elettorali non passano dal sito ufficiale del ministero dell’Interno, ma vengono resi pubblici sul loro portale ufficiale.
La lentezza nello spoglio del voto in Sardegna
Una lentezza che quindi rende inattendibile, finora, le percentuali rese pubbliche. Con poco più dell’1% di sezioni scrutinate, infatti, non è impossibile pensare a un clamoroso ribaltone o a un assottigliamento delle distanze tra i tre candidati, con numeri che potrebbero essere più in linea con gli exit-poll usciti ieri sera in concomitanza con la chiusura delle urne.
I primi dati ribaltano gli exit-poll
Analizzando i primi dati ufficiali, infatti, il distacco tra il candidato del Centrodestra Christian Solinas e quello del Centrosinistra Massimo Zedda, sarebbe molto cospicuo. Anzi, molto più cospicuo rispetto alle prime previsioni che parlavano di un testa a testa. Così come il distacco del candidato del Movimento 5 Stelle Francesco Desogus, distante anni luce rispetto agli altri due contendenti, come da previsione ma non in maniera così netta. Per avere un dato più credibile occorrerà attendere qualche altra ora, o almeno questa è la speranza.
(foto di copertina: ANSA/ FABIO MURRU)