Ergastolo per l’assassino di Sara Di Pietrantonio

11/09/2019 di Redazione

Lo stalking per l’aggravio di pena. L’ergastolo come soluzione pressoché definitiva. La Corte d’Appello di Roma, infatti, ha deciso di condannare al carcere a vita Vincenzo Paduano, la guardia giurata ex fidanzato di Sara Di Pietrantonio, la ragazza di 22 anni che è stata uccisa il 26 maggio 2016 nel quartiere romano della Magliana. La sentenza è stata il risultato degli atti rimandati indietro dalla Corte di Cassazione proprio perché fosse determinata l’aggravante dell’ergastolo.

Sara Di Pietrantonio, la condanna all’ergastolo per l’assassino

Il delitto di Sara Di Pietrantonio fu riconosciuto immediatamente come uno dei femminicidi più efferati degli ultimi anni. L’omicidio avvenne in seguito alla rottura del rapporto tra i due ragazzi: Vincenzo Paduano, di professione vigilante, aveva interrotto il proprio turno di lavoro per seguire la ragazza, che nel frattempo aveva iniziato a vedersi con un altro uomo. Pedinò Sara fino all’abitazione del ragazzo e successivamente speronò la sua automobile, costringendola a fermarsi.

Perché è storica la sentenza sull’assassino di Sara Di Pietrantonio

Sara Di Pietrantonio fu strangolata e, in un secondo momento, il suo corpo venne bruciato. Vincenzo Paduano confessò dopo qualche giorno la sua responsabilità. La sentenza con condanna all’ergastolo per l’ex vigilante è un passaggio storico per la giurisprudenza italiana in tema di femminicidi. Dopo la condanna in secondo grado a 30 anni di carcere, infatti, la Cassazione si trovò a rimandare indietro la sentenza, per fare in modo che il reato di stalking potesse essere riconosciuto come autonomo rispetto all’omicidio.

Un elemento che è stato senz’altro riconosciuto dalla mamma della vittima che, pur riconoscendo che nessuna sentenza potrà riportare indietro la giovane Sara, ha affermato: «La corte, riconoscendo lo stalking come reato autonomo rispetto all’omicidio e punendolo in presenza di una violenza invisibile, ha deciso oggi un qualcosa di storicamente significativo per chi si trova a vivere quello che ha vissuto Sara».

FOTO: Account Facebook di Sara Di Pietrantonio

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