La lezione di un bambino del Congo e uno egiziano al folle gesto dell’autista di San Donato
21/03/2019 di Enzo Boldi
Nei concitati momenti di terrore a bordo di quel pullman che avrebbe dovuto solamente portare una scolaresca di 51 ragazze e ragazze a svolgere dell’attività fisica all’aperto, proprio quei bambini hanno mostrato una maturità da adulti nel tentativo di far desistere l’autista Ousseynou Sy dal portare avanti il proprio folle gesto di protesta. L’autista, originario del Senegal ma in Italia dal 2004, ripeteva agli studenti che stava facendo tutto ciò per protestare contro la politica anti-migratoria del governo italiano, sottolineando come nel nostro Paese non ci sia alcuna accoglienza. Due ragazzi, però, hanno tentato di bloccarlo raccontando le loro storie.
Durante le minacce, il giovane Fabian ha alzato la voce contro l’autista gridando: «Non è vero. Io sono venuto dal Congo e tutti mi trattano bene». Parole di un 12enne che ha provato a fermare il folle gesto di Ousseynou Sy. Dopodiché è intervenuto anche il piccolo Ali, di origine egiziana: «Anche la mia famiglia è straniera, però è pacifica – sono le sue parole riportate da Il Corriere della Sera -. Lasciaci andare perché qui siamo tutti buoni».
I due bambini stranieri che hanno provato a bloccare Sy
Una lezione che, però, non ha intenerito il cuore colmo di follia di Ousseynou Sy, deciso ad andare avanti la propria protesta anche davanti alle urla dei ragazzi e ai posti di blocco dei carabinieri a San Donato, intervenuti dopo il coraggio di uno dei ragazzi che, sfidando il pericolo, è riuscito a chiamare i suoi genitori mentre su quel pullman si iniziava a temere per una vera e propria tragedia.
San Donato Milanese e quel folle gesto di protesta per i morti nel Mediterraneo
L’uomo avrebbe detto ai giovani che il suo gesto era per vendicare le morti nel Mediterraneo, e in particolare «le figlie morte annegate», ma questo è un aspetto che gli inquirenti devono ancora approfondire perché, probabilmente, potrebbe aver fatto riferimento ai bambini e alle bambine decedute durante la traversata per raggiungere l’Italia. Quindi non propriamente le sue figlie.
(foto di copertina: ANSA/ FERMO IMMAGINE DA YOUTUBE)