Picchiato davanti a tutti in pieno giorno a Milano perché omosessuale, la denuncia su Facebook

Picchiato, insultato, con la mandibola rotta, in pieno giorno sotto lo sguardo indifferente dei passanti. Tutto perché omosessuale. È successo a Samuele Vegna, studente di Savona iscritto a Giurisprudenza a Bocconi. Lui ha raccontato su Facebook l’accaduto.

Oggi vi vorrei raccontare una storia, che chiunque può condividere e che purtroppo è la realtà e non una delle solite…

Gepostet von Samuele Vegna am Donnerstag, 20. September 2018

Picchiato alla fermata dell’autobus, nessuno si ferma ad aiutarlo

«Oggi vi vorrei raccontare una storia, che chiunque può condividere e che purtroppo è la realtà e non una delle solite fake news» comincia amaramente il post di Samuele, che in poche ore è diventato virale. «Tre giorni fa all’ora di pranzo sto andando a lezione e aspetto il tram a Porta Romana come ogni giorno, quando un ragazzo che non conosco mi urta mentre era al cellulare e non si è scusato. Così gli ho detto “guarda dove vai!”. Mi guarda e mi dice “frocio di me.r.da cosa vuoi” e continua ad insultarmi, sputandomi più volte addosso davanti a tutti, in pieno centro a Milano» racconta il ragazzo. Un attacco a voce alta, in pieno giorno, ma «nessuno fa nulla, nessuno reagisce; decido di andarmene, per evitare altri problemi». A nulla però è valso allontanarsi, perché l’aggressore lo segue dicendogli «ti seguo fino a casa sai!». Samuele gli risponde con «guarda, io sto solo andando a lezione, tu cosa diavolo vuoi da me?», scatenando la violenza del suo aggressore. «Mi sbatte a terra, tirandomi due pugni in faccia e poi un calcio su un fianco. Io provo a difendermi e cerco aiuto e la gente accorre ma non c’è nessun agente con il “beneamato” taser, nessuno lo ferma nella sua fuga, nessuno si è offerto di testimoniare per me, ancora» si legge. Samuele però dice di essere perfettamente in grado di riconoscere il suo aggressore:«La sua faccia resta indimenticabile. Il risultato fisico di tutto questo è come potete vedere, una faccia gonfia perché c’è una frattura scomposta della mascella per la quale dovrò essere operato e mi sarà messa una piastra di titanio che ci rimarrà per il resto della mia vita, oltre alle numerose ferite sulle ginocchia e a un grosso livido sul fianco sinistro» spiega nel post corredato da una fotografia del suo volto visibilmente tumefatto e gonfio.

Picchiato perché gay, «Il risultato è la paura di essere omosessuale»

Le ferite però non si limitano al fisico. Samuele racconta di aver avuto molta paura di tornare nei giorni successivi a prendere l’autobus alla stessa fermata dove è stato gratuitamente picchiato, e che aveva pensato di non raccontare nulla a nessuno, fingendo che le sue ferite fossero il risultato di una brutta caduta dalle scale. «Il risultato è la paura che se sei omosessuale – continua nella sua riflessione-  se hai capelli tinti argento e una voce come la mia dalla quale capiscono tutto, hai paura di venir picchiato da chiunque ormai dopo un fatto del genere, se esprimi te stesso o se dici un semplice “guarda dove vai”».

Poi, il ragazzo ha riflettuto e deciso che non poteva restare in silenzio davanti a tanta violenza:«Io so di non essere solo, so che si può e si deve combattere l’omofobia. L’Italia può essere migliore, l’Italia di quelle persone che in qualche modo sono accorse e almeno lo hanno fatto fuggire con la loro presenza, è anche di questo che si ha bisogno. Il silenzio serve solo a peggiorare le cose, dentro di te e con chi ami e ti chiede perché tu stia male. L’Italia può essere migliore, il populismo con cui veniamo infettati ogni giorno da parte di certi politici che predicano razzismo e valori che esistono solo per loro, per fini di sola propaganda, non ci appartiene. L’odio non ci appartiene».

Samuele ha deciso di raccontare la sua storia pubblicamente, mettendoci il nome e la facciata anche se con i lividi, e fa una promessa: «Io ho deciso che tornerò a prendere il tram a quell’ora, io andrò a lezione e vivrò la mia vita nella normalità perché adesso sono più forte».

(credits immagine: la foto condivisa da Samuele Venga sul suo profilo Facebook)

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