Samuel Little è il serial killer più feroce di sempre

Samuel Little, un ex boxer di 78 anni, potrebbe essere il serial killer «più feroce di sempre» per la giustizia statunitense. L’uomo, durante un interrogatorio, ha dichiarato di aver commesso 90 omicidi in vari stati americani tra il 1970 e il 2005. La confessione in cambio del trasferimento di prigione.

Samuel Little, condannato per 3 omicidi ma ne ha confessati 90

Samuel Little era stato preso in custodia nel settembre 2012 per spaccio di droga, ed è stato poi collegato alle brutali uccisioni di tre donne avvenute verso la fine degli anni ’80. Durante il processo del 2014 si era dichiarato innocente, ma era stato condannato a scontare tre ergastoli. Le donne erano state picchiate e strangolate fino alla morte. Queste condanne lo avevano fatto entrare nel Violent Criminal Apprehension Program (ViCAP) dell’Fbi, un programma che lavora per analizzare i criminali seriali di reati violenti e sessuali e condivide le informazioni con le forze dell’ordine locali, per risolvere omicidi irrisolti. Uno di questi omicidi senza colpevole, avvenuto in Texas, ha fatto avvicinare un ranger texano al detenuto, che ha confessato in cambio di un trasferimento dal carcere in California dove era tenuto in custodia. Il detenuto è stato quindi portato  in un carcere in Texas, dove si presuppone rimarrà fino alla morte: l’uomo infatti non gode di buona salute.

La confessione in cambio del trasferimento

Stando a quanto dichiarato dall’FBI, Samuel è stato avvicinato dal Texas Ranger James Holland, che aveva notato delle similitudini tra il suo modus operandi e l’omicidio mai risolto ad Odessa di Denise Christie Brothers. In quell’occasione, l’assassino si è dimostrato più che disponibile a collaborare, a patto di essere trasferito in un’altra prigione . «Durante l’interrogatorio tenutosi a maggio – ha dichiarato la criminologa Christina Palazzolo – Little ha esaminato ogni stato, dicendo a Holland il numero di persone che aveva ucciso per ogni luogo».  Jackson, Missipi: una vittima. Cincinnati, Ohio: una vittima. Phoenix, Arizona: tre. Las Vegas, Nevada: una vittima. Da allora, Holland incontra l’ergastolano quasi ogni giorno, per raccogliere più dettagli possibili sui crimini commessi.

Finora è stato collegato a 34 degli omicidi confessati

Stando a quanto dichiarato dalle autorità. Samuel Little ricorda con precisione i dettagli delle sue vittime e degli omicidi commessi attraverso più di 12 stati tra il 1970 e il 2005, ma è meno preciso sulle date. Fino ad ora, l’FBI ha confermato il suo coinvolgimento in 34 omicidi. «Ricorda benissimo dove si trovava e quale macchina stesse guidando – ha riferito l’FBI in una dichiarazione ufficiale – ha anche fatto dei disegni di molte delle donne che ha ucciso». Le vittime di Samuel Little erano per lo più donne che vivevano ai margini della società, spesso parte di giri di prostituzione e droghe. Anche per questo il colpevole è riuscito a farla franca cosi a lungo. «Il metodo con cui Little uccideva le sue vittime – ha riportato l’Fbi – spesso non lasciava intuire che si fosse trattato di omicidio. L’uomo con un passato da boxer solitamente stordiva o metteva fuori combattimento con forti pugni le vittime, e poi le strangolava». Nella dichiarazione il Federal Bureau of Investigation aggiunge che «senza segni di accoltellamento o ferite da pallottola, molte di queste morti non sono state classificate come omicidi». Le morti venivano attribuite a overdose, incidenti o a cause naturali, e spesso non era stato possibile identificare le vittime. Un gran numero di questi omicidi sarebbe avvenuto tra gli anni ’70 e ’80, quando ancora non si disponeva delle moderne tecnologie per identificare il Dna degli aggressori. Motivo per cui anche con la confessione sarà complesso per le autorità investigative raccogliere delle prove schiaccianti.

(Credits immagine di copertina: condivisa su Twitter da @EssentialGoals

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