La capriola di Salvini sul vaccino anti-Covid

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Prima esalta il Regno Unito, poi dice che lui lo farà solo se il suo medico gli confermerà l'efficacia

Pur di dare in testa al governo, Matteo Salvini su vaccino anti-covid riesce a dire tutto e il contrario di tutto. Ha prima esaltato il modello britannico (santificando la Brexit); poi si rimangia tutto sottolineando come la sua intenzione sarà quella di sottoporsi all’immunizzazione solamente dopo consulto con il suo medico che dovrà confermargli il livello di sicurezza del prodotto «che gli sta iniettando nelle vene». Insomma, appare evidente come il leader della Lega sia in uno stato di contraddizione perenne inseguendo i vari umori social. Come al solito.



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Partiamo dall’inizio. Durante il suo intervento in Senato dello scorso 2 dicembre, il segretario del Carroccio ha sottolineato come il Regno Unito – anche grazie alla Brexit, secondo lui – abbia avuto la prontezza di anticipare tutti sul vaccino anti-covid prodotto da Pfizer e BioNTech.



Come abbiamo spiegato quello stesso giorno, però, il governo britannico ha deciso di saltare l’ultimo passaggio fermandosi ai dati della fase-3 di sperimentazione, senza attendere l’analisi del dossier finale. A differenza di quanto deciso dall’Agenzia Europea del Farmaco che, per questo motivo, ha richiesto più giorni rispetto al Regno Unito per formalizzare la messa in circolazione del prodotto.

Salvini su vaccino anti-covid riesce a smentire se stesso

Insomma, nella speranza che tutto vada nel verso giusto, la Gran Bretagna ha accelerato prendendosi degli inevitabili rischi. Ma questo Salvini non lo dice (o non lo sa). O, almeno, non lo diceva. Perché a una settimana di distanza da quella polemica avviata a Palazzo Madama, il leader della Lega è stato ospite del TG2 Post. E qui, come potete vedere al dal 17′ e 35”.

«Io farò quello che il mio medico mi suggerirà, però pretendo che il vaccino sia sano, verificato e controllato perché entra nelle case, nelle vene, nel cuore e nei polmoni degli italiani e quindi occorrono tutte le certificazioni del caso». E qui sorge un dubbio: ma non aveva, solo sette giorni prima, esaltato il modello britannico che, però, aveva deciso di bypassare l’ultimo step di controlli? La risposta, ovviamente, è nota a tutti: l’abilità di salite sul Carroccio dei vincitori (del giorno) è una qualità primaria nel suo modo di fare ‘politica’.

(foto di copertina: da Tg2Post, Rai2)