Salvini dice che Junior Cally può chiamare tr**e le donne a casa sua (ma non in diretta tv a Sanremo)

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L'intervento del leader della Lega sul rapper che parteciperà al Festival

Fa discutere senza dubbio la partecipazione di Junior Cally a Sanremo 2020, ma faranno discutere ancora di più le parole di Matteo Salvini a Non è l’Arena. L’intervento del leader della Lega Salvini su Junior Cally è stato richiesto da Massim Giletti perché l’argomento è diventato oggetto di dibattito nelle ultime ore: sull’artista, che parteciperà alla 70ma edizione del Festival, si è scatenata la polemica dopo aver tirato fuori testi di suoi vecchi brani, in cui si parlava di donne utilizzate come oggetti sessuali, che venivano legate a una sedia e venivano chiamate troie.



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Salvini su Junior Cally: «Faccia quelle cose a casa sua»

Su Junior Cally si sono espresse 29 deputate dell’intergruppo donne, che hanno chiesto ad Amadeus di fare un passo indietro sulla sua partecipazione, si è espresso il presidente della Rai Marcello Foa (andando nella medesima direzione) e, adesso, si è espresso anche Matteo Salvini a Non è l’Arena e – di conseguenza – anche sui social network.



«Mentre la politica cerca di aiutare le donne – dice Salvini -, Sanremo invita in tv questo tizio che parla di donne come troie, sequestrate, stuprate e trattate come oggetti. Io non voglio che qualcuno dia il microfono a questo tizio per rappresentare la musica italiana: lo fai a casa tua, nella tua cameretta. Ma non in diretta tv in rappresentanza della musica italiana».

Salvini su Junior Cally, perché la sua frase è sbagliata

Le parole di Matteo Salvini, sebbene di condanna, fanno discutere. Il rispetto per la donna non dovrebbe essere esibito soltanto in diretta televisiva. Bisognerebbe cambiare atteggiamento proprio all’interno delle mura domestiche per evitare che certi comportamenti diventino, come purtroppo succede, di dominio pubblico. Non basta considerare in rapporto paritetico la donna soltanto in televisione, ma bisognerebbe farne uno dei pilastri del vivere comune. Un pilastro che in molti danno per scontato, quando invece non è così.

Insomma, Junior Cally non dovrebbe dire o pensare queste cose nemmeno a «casa sua e nella sua cameretta», perché è l’atteggiamento di fondo quello sbagliato. E se realtà come queste esistono, occorre denunciarle, non sperare di nasconderle evitando di chiamare queste persone in programmi televisivi, cercando di nascondere la polvere sotto al tappeto.

Salvini su Junior Cally e non solo: il precedente sul revenge porn

La speranza è che quello di Matteo Salvini sia stato un lapsus, anche se negli ultimi giorni – sempre in relazione a un fenomeno che riguarda l’universo femminile – ha commesso un’altra gaffe che ha lasciato perplessi. Parlando del candidato della Lega in Calabria che si è fatto un video in vasca da bagno con sigaro e rum e che ha salutato «gli amici del gruppo WhatsApp ‘Revenge porn’», Salvini ha affermato di non voler commentare e giudicare le scelte sessuali delle persone. Come se, appunto, il revenge porn fosse una scelta sessuale e non un reato, disciplinato da quel codice rosso che proprio il suo governo ha approvato.